Protesta dei migranti al confine tra Grecia e Macedonia
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Migranti, bocche cucite per protesta tra Grecia e Macedonia

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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Un migrante con le labbra cucite con un filo di nylon per protestare contro la chiusura della frontiera ai "migranti economici". Un uomo iraniano di nome Hamid, 34 anni, ingegnere elettrico, ha detto a un giornalista Reuters, che gli chiedeva dove volesse andare: "In qualsiasi Paese libero al mondo. Non posso tornare indietro. Verrò impiccato".
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti con le labbra cucite protestano di fronte alle forze di sicurezza contro la chiusura della frontiera.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti provenienti da Pakistan e Bangladesh protestano di fronte alla polizia greca schierata lungo il confine.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti provenienti da Pakistan, Bangladesh e Iran protestano di fronte alla polizia greca schierata lungo il confine.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Un migrante con le labbra cucite con un filo di nylon per protestare contro la chiusura della frontiera ai "migranti economici".
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti con le labbra cucite protestano di fronte alle forze di sicurezza contro la chiusura della frontiera.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti iraniani con le labbra cucite per protesta contro la chiusura della frontiera
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti provenienti da Pakistan e Bangladesh protestano di fronte alla polizia greca schierata lungo il confine.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti con le labbra cucite protestano contro la chiusura della frontiera.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Migranti provenienti da Pakistan, Bangladesh e Iran protestano di fronte alla polizia greca schierata lungo il confine.
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Gevegelija, Macedonia, 23 novembre 2015. Un profugo iraniano con il figlioletto in braccio partecipa alle proteste lungo il confine chiuso al passaggio di chi non provenga da zone di guerra.

Si fa di giorno in giorno più difficile la situazione al confine fra Macedonia e Grecia, dove cresce il numero di "migranti economici" bloccati nella "terra di nessuno" dopo la decisione delle autorità di Skopje di consentire l'ingresso nel Paese solo ai profughi provenienti da zone di guerre e conflitti di Siria, Iraq e Afghanistan. Analoga disposizione hanno adottato nelle ultime settimane dai governi di Slovenia, Croazia e Serbia. 

Labbra cucite per protesta
Numerosi migranti provenienti da altri Paesi - Iran, Pakistan, Bangladesh, Kurdistan, Marocco, Congo e altri stati di Africa e Asia - che da alcuni giorni per protesta si sono sdraiati sui binari ferroviari, bloccando il traffico internazionale dei treni, oggi si sono cuciti oggi le labbra con un filo di nylon in segno di protesta, mentre altri hanno scandito a più riprese gli slogan "Non siamo terroristi", "Vogliamo la libertà". Secondo le autorità macedoni, nell'area sono bloccati almeno 1.300 migranti che hanno attraversato i Balcani dopo essere arrivati via mare in Grecia dalla Turchia, diretti nell'Europa occidentale.

Critiche macedoni alla politica UE
I media locali hanno riferito che nella sola giornata di ieri in Macedonia sono entrati 5.797 migranti e profughi, un record negli ultimi mesi. Critiche alla politica dell'Unione Europea in fatto di migranti sono venute dal Presidente macedone Gjorgje Ivanov, che ieri ha incontrato a Skopje il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. "La Macedonia", ha detto, "non ha ricevuto i fondi finanziari promessi da Bruxelles, e viene tenuta ancora nell'anticamera del processo negoziale di adesione", aggiungendo che la visita di Tusk è giunta in netto ritardo. "La Macedonia - ha osservato Ivanov in conferenza stampa con Tusk - è l'esempio più chiaro di come la UE non debba comportarsi con I Paesi candidati" all'adesione. (ANSA)


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