Mbappé, l'uomo da un miliardo

Anche a Parigi, dove pure non ci sono problemi di contante, hanno capito che un diamante è per sempre ma Kilian Mbappé potrebbe anche finire. "Adesso e qui e ce lo godiamo" ha detto un dirigente del Psg, lasciando sospeso il ragionamento che porta alla conclusione che domani la stella francese che sta illuminando il Mondiale potrebbe essere altrove, a patto di finire in un posto dove sia disponibile una montagna di soldi su cui farlo sedere. Appunti presi al volo vedendo il numero 10 dei Blues devastare la Polonia in un ottavo di finale all'inizio pure equilibrato, deciso da un assiste e due gol di rara bellezza: il campione più affascinante di questo Mondiale è Messi, quello più decisivo lui. E anche quello attorto a cui ruoteranno gli equilibri del calcio europeo dei prossimi anni perché non tutti - anzi, quasi nessuno - potrà permettersi di andare a Parigi a prelevarlo.

Mbappé potrebbe diventare roba da sceicchi e restare nel triangolo Parigi-Manchester-Newcastle, oppure essere la pazzia del Real Madrid che già nei mesi scorsi ha tentato di svenarsi pure di portarlo via all'emiro Al Thani, senza riuscirci. Per chi non lo ricordasse, dal momento del rinnovo col Psg nel 2022 al 2025 quando scade l'accordo guadagnerà 185 milioni di euro netti più il regalino da 97 alla firma: 282 milioni che al lordo delle tasse sfonda quota 600. Un affare di stato, appunto. Il futuro del calcio europeo e mondiale.

Non per togliere poesia al pallone e alla favola mondiale, ma quelle che vediamo in Qatar e che ci divertiranno nel 2026 in Nord e Centro America saranno probabilmente le uniche pedate "gratis" di Mbappé, ovviamente per scherzo visto che le prodezze con la maglia della Francia contribuiscono ad alimentare l'immagine di un personaggio che già oggi macina almeno una ventina di milioni di euro all'anno in sponsorizzazioni. Fine della poesia.

Altri appunti sparsi: Inghilterra-Francia sarà il quarto di finale più bello e chissà se equilibrato, vale quasi una finale anticipata visto che mette a confronto la nazionale più forte (Francia) con quella che un anno e mezzo fa è stata a un rigore dal titolo europeo (Inghilterra). Sparite Australia e Nord America, dimezzata l'Africa, il Mondiale sta tornando ad essere quello che doveva e cioè una sorta di Europeo allargato a Brasile e Argentina: non è un caso che dopo la Seleçao del 2002 nell'albo d'oro siano scritti solo nomi di squadre che vengono dal Vecchio Continente.

In Portogallo i tifosi vorrebbero Cristiano Ronaldo seduto in panchina: così ha risposto il 70% a un sondaggio di Abola che è il quotidiano sportivo più importante. Difficile che Fernando Santos accolga i desideri del popolo, più probabile che vada fino in fondo con CR7 sperando di spremere le ultime gocce di carisma e motivazione di un giocatore cui il futuro riserverà certamente un altro ricco contratto ma anche una corsia dorata verso la pensione. Oggi il Brasile del rinato Neymar: sarà lui l'anti Mbappé?

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