Ansa / Matteo Bazzi
Il nome più gettonato era quella di Lucrezia Reichlin, autorevole economista, in lizza per entrare nel board della Bank of England. Dopo giorni di rumours, lei ha rotto gli indugi e ha detto di non essere mai stata contattata, di conoscere poco il programma economico di Matteo Renzi e comunque di non condividerlo. In un primo tempo, girava un'altra versione: Renzi aveva avanzato l'offerta alla figlia di due dirigenti storici del Pci Alfredo Reichlin e Luciana Castellina, e dopo qualche giorno di riflessione, l'economista aveva rifiutato. Comunque siano andate le cose, alla fine, il no è arrivato
Ansa / Cesare Abbate
Caduto nella trappola di un imitatore di Nichi Vendola, Fabrizio Barca, ex ministro della coesione territoriale nel governo Monti, ha rivelato in una telefonata mandata in onda dalla Zanzara di Radio24, di aver ricevuto offerte e pressioni per entrare nell'esecutivo guidato da Matteo Renzi come ministro dell'economia, ma di averle respinte. Barca ha citato anche interventi da parte di Carlo De Benedetti e del gruppo Espresso-Repubblica per aver un suo si.
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Tra i nomi girati anche quello di Romano Prodi. Era il più indicato per rassicurare Bruxelles rispetto al mantenimento dei patti con l'Europa. Ma il Professore ha fatto sapere di non essere interessato. Dopo la coltellata alla schiena dei 101, Prodi appare sempre più distaccato dal Pd e dalla politica italiana
Ansa / Fabio Frustaci
Per il ministero dell'Economia si è pensato anche a un recupero di Enrico Letta. In Europa sarebbero contenti. Ma l'ex presidente del consiglio non ha alcuna intenzione di entrare in un governo guidato da chi l'ha scalzato dalla poltrona di Palazzo Chigi. Così, anche lui ha fatto sapere di non essere interessato e di voler rimanere a fare il semplice deputato del Pd.
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Con la risposta "E'meglio che rimanga a fare il mio mestiere" anche Adriano Guerra, l'Ad di Luxottica, grande amico di Matteo Renzi, ha detto no alla proposta del presidente del consiglio incaricato di entrare a far parte della squadra di governo. Per lui era pronta una poltrona per la guida di uno dei dicasteri ecomomici, ma Guerra ha deciso di rimanere al suo posto in azienda. il suo no è siginificativo. Sicuramente dettato da valutazioni di carattere personale, arriva però da una delle personalità del mondo dell'imprenditoria più vicine a Matteo renzi, tanto da essere stato uno degli ospiti della Leopolda, la convention che Renzi ha organizzato a Firenze in vista delle primarie
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Anche Vittorio Colao, numero uno di Vodafone, ha deciso di non accettare incarichi nel nuovo governo. Per lui sarebbe stato pronto un posto di primo piano, ma Colao ha preferito rimanere alla guida della compagnia telefonica
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In un'intervista al Giornale di Vicenza, Renzo Rosso, il patron della Diesel, marchio d'abbigliamento italiano conosciuto in tutto il mondo ha rivelato di aver ricevuto una'offerta per entrare nel nuovo governo. Non è la prima, è accaduto anche con i precedenti governi, ha assicurato Rosso. Ma lui avrebbe detto di no perché non sopporta la burocrazia.
Ansa / Maurizio degl'Innocenti
Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly, era dato per certo al ministero dell'agricoltura. Chi meglio di lui per ricoprire quel ruolo? Imprenditore del cibo Made in Italy e grande amico di Matteo Renzi. Ma anche lui ha declinato l'offerta del presidente del consiglio incarico e ha preferito rimanere a curare la sua azienda
Lo scrittore Alessandro Baricco era quotato per diventare il ministro della Cultura. Anche lui grande amico e sostenitore di Matteo Renzi, ha partecipato alla Leopolda. Ma, anche lui ha fatto sapere di non essere interessato a entrare nel nuovo governo
Sono stati diversi i personaggi che hanno deciso di non entrare nell'esecutivo guidato da Matteo Renzi. Eccoli
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