Malesia: scoperte 139 fosse con resti di migranti

Un cimitero nascosto, ennesimo emblema della tragedia dei barconi che insanguina tanto il Mediterraneo quanto i mari del sud-est asiatico: le autorità malesi hanno scoperto 139 fosse contenenti resti di migranti al confine con la Thailandia, nella stessa area in cui erano stati individuati 28 accampamenti illegali usati dai trafficanti di esseri umani. Secondo quanto reso noto dalle autorità di polizia, alcune di esse contengono più di un cadavere, con l'esumazione dei resti che inizierà con l'arrivo in zona di un team di esperti.

La tragedia del popolo Rohingya

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14 maggio 2015. Donne Rohingya in lacrime su una barca abbandonata dagli scafisti nel mare delle Andamane, a sud dell'isola thailandese di Koh Lipe.

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19 maggio 2015. Una bambina Rohingya si riposa in un rifugio temporaneo a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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20 maggio 2015. Rohingya women and children are seen after arriving at the port in Julok village on May 20, 2015 in Kuta Binje, Aceh Province, Indonesia. Hundreds of Myanmar's Rohingya refugees have arrived in Indonesia, many requiring medical attention. Thousands more are believed to still be stranded at sea reportedly with no country in the region willing to take them in. Myanmar's Rohingya Muslim community have long been persecuted and marginalized by Myanmar's mostly Buddhist population. (Photo by

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18 maggio 2015. Migranti Rohingya si tagliano i capelli a vicenda nell'area in cui sono stati confinati a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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18 maggio 2015. Una bambina Rohingya in fila con la madre e altre donne per la distribuzione del cibo in un rifugio temporaneo a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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Kuala Lumpur, Malesia, 12 giugno 2012. Un musulmano Rohingya rifugiato in Malesia piange durante una manifestazione contro le violenze scoppiate nello stato birmano del Rakhine.

BIRMANIA, GLI SCONTRI ETNICO-RELIGIOSI - FOTOREPORTAGE


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18 maggio 2015. Un bambino Rohingya riposa su un mucchio di abiti usati, in un rifugio temporaneo a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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18 maggio 2015. Due ragazze Rohingya guardano attraverso le grate di una finestra nel rifugio temporaneo che le ha accolte a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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17 maggio 2015. Una ragazza rohingya in un campo di accoglienza temporanea a Kuala Langsa, Indonesia.

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16 maggio 2015. Migranti Rohingya del Bangladesh riceve cure mediche per far fronte a una grave disidratazione, all'interno dell'area in cui sono stati confinati a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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16 maggio 2015. Una donna Rohingya di nome Hasina Begam piange la morte del fratello nell'area in cui i migranti sono stati confinati a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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16 maggio 2015. Migranti Rohingya del Bangladesh riceve cure mediche per far fronte a una grave disidratazione, all'interno dell'area in cui sono stati confinati a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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16 maggio 2015. Un bambino all'interno dell'area in cui i migranti Rohingya sono stati confinati a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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14 maggio 2015. Migranti Rohingya cercano di portare a bordo di un barcone, abbandonato dagli scafisti nel mare delle Andamane, a sud dell'isola thailandese di Koh Lipe, il cibo lanciato in mare dagli elicotteri dell'esercito thailandese.

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16 maggio 2015. Migranti Rohingya si lavano nell'oceano, all'interno dell'area in cui sono stati confinati a Kuala Langsa, nella provincia di Aceh, in Indonesia.

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Taknaf, Bangladesh, 13 giugno 2012. Le lacrime di una giovane donna musulmana Rohingya, mentre attende di essere fatta scendere dalla barca intercettata dalla polizia di frontiera del Bangladesh e in fuga dalla Birmania.


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14 maggio 2015. Migranti Rohingya su una barca abbandonata dagli scafisti nel mare delle Andamane, a sud dell'isola thailandese di Koh Lipe.

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Taknaf, Bangladesh, 13 giugno 2012. Musulmani Rohingya in fuga dalla Birmania. Un uomo prega le autorità di frontiera del Bangladesh, che li ha intercettati, di non rispedirli indietro.


L'appello della Chiesa
"Un'agonia immensa si svolge sui mari del Sudest asiatico: una nuova ondata di boat people, fuggiti a causa di povertà e conflitti da Myanmar e Bangladesh, è alla deriva nei mari. Sfruttati da trafficanti senza scrupoli, uomini, donne e bambini sono ammassati in squallidi barconi e spesso muoiono in mare. Una nuova ferita si apre. Lasciamo che misericordia e compassione scorrano come un fiume nella terra di Buddha": è questo l'appello lanciato dal cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, mentre è ancora in corso l'emergenza dei rifugiati Rohingya, che cercano asilo in nazioni come Thailandia, Indonesia e Malesia, dove sono appunto state ritrovate le fosse comuni.

Aggiunge il cardinale nel messaggio inviato all'agenzia Fides: "I profughi fuggono per cercare dignità e sicurezza. Con un grande gesto di umanità, Malesia, Filippine e Indonesia hanno aperto le loro porte. Il governo del Myanmar ha salvato due barche alla deriva. Questo gesto, proveniente da una nazione devota al Signore della Compassione, Buddha, è altamente lodevole". Non mancano però le parole di condanna per "l'odio e la negazione del diritto", riferendosi alla violenza perpetrata da frange buddiste nei confronti dei musulmani Rohingya e all'ostilità mostrata dal governo birmano, al quale monsignor Charles Maung Bo si rivolge direttamente: "Sollecitiamo fortemente il governo a non consentire che discorsi di odio sovvertano la gloriosa tradizione birmana di compassione. I cittadini del Myanmar hanno l'obbligo morale di proteggere e promuovere la dignità di tutte le persone umane. Una comunità non puo' essere demonizzata e non le si possono negare i suoi diritti di base come l'identità, la cittadinanza e il diritto di essere comunità".

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