Libri e copertine: troni, sdraio e sedie da bar

Genio sregolato, esule dall’Unione Sovietica, omosessuale perseguitato, il pianista Egorov troverà la fama nel libero Occidente ma non le sue radici. Sotto il brillante talento cova la fragilità dell’uomo, la nostalgia della patria e degli affetti per sempre perduti. In copertina, l’assenza, l’esilio e la continua precarietà vengono raccontate da una sedia in una stanza spoglia, davanti un pianoforte impolverato. Non sappiamo se la casa sia abitata, né se il pianista sia morto, fuggito o solo fuori dalla nostra vista. Resta solo il silenzio, un pianoforte, e una sedia su cui nessuno siederà più a suonare.


Scrittori, inchieste e segreti di famiglia. C’è tutto questo in Respirazione artificiale, e Riccardo Piglia ce ne parla seduti al tavolino di un bar. Chi deve arrivare arriverà? Chi doveva venire è già venuto? Noi, dal tavolino a fianco, aspettiamo.


Il segretario del maggior partito d’opposizione del paese, dopo un bruciante crollo nei sondaggi, decide di fuggire in gran segreto. Sarà il fratello gemello a prenderne il posto sostituendolo nella vita familiare e politica. Il trono in questione è nel romanzo di Andò poco più che una sedia a sdraio, simbolo di una politica di plastica fatta da politici in braghe corte. Che poi, a nessuno sano di mente verrebbe mai di regnare sulla spiaggia di un lago deserto.


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