Le aziende più attive nella lotta all'inquinamento secondo Fortune

Si fa un gran parlare della decisione di Donald Trump di far uscire gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigisul clima. In realtà, sebbene le autorità statali giochino un ruolo importante nella lotta al cambiamento climatico, la chiave per il successo di qualsiasi strategia che abbia a cuore l'ecologia sta in gran parte nelle decisioni degli operatori economici. E sono molte le aziende nel mondo che hanno già deciso di sposare la causa ambientalista, a prescindere da quali saranno gli orientamenti dei loro governi. Virare verso tecniche produttive più rispettose dell'ambiente non è solamente una scelta che fa bene alle coscienze, ma anche un modo di incrementare i profitti: da un lato, si migliora l'immagine dell'azienda nei confronti del pubblico; dall'altro, le tecnologie pulite stanno progressivamente divenendo meno costose e sono destinate a diventare un'opzione più conveniente rispetto a quelle più tradizionali.

Le aziende che investono in tecnologie sostenibili

La rivista americana Fortune, famosa per le graduatorie aziendali che compila con regolarità e precisione, conferma come sempre più imprese scelgano strategie "verdi". Nell'elenco delle cinquecento aziende più grandi del pianeta (le cosiddette Fortune 500), sono ben 240 quelle che hanno adottato politiche per combattere il cambiamento climatico, mentre 56 fra le prime cento in graduatoria hanno già ottenuto dei risultati tangibili in quel campo.

Tra queste ultime, ce ne sono alcune che hanno riferito di aver raggiunto già traguardi importanti, che sono misurabili in termini di riduzione di emissioni di anidride carbonica, ovvero, metaforicamente, di tonnellate di carbone non bruciato. Risultati di tutto rispetto arrivano da colossi dell'industria pesante, come General Motors (che ha "risparmiato" 295mila tonnellate di carbone), della grande distribuzione, come Lowe's (313mila tonnellate) e Walmart (295mila tonnellate), o dei servizi finanziari, come Wells Fargo (498mila tonnellate). Fanno la loro parte anche alcune aziende del settore energetico: è il caso di ConocoPhillips (289mila tonnellate), Chevron (393mila tonnellate) e, soprattutto, di Exelon, che è la più grande società americana di distribuzione di energia elettrica e che ha adottato politiche che le hanno consentito di non disperdere nell'ambiente l'equivalente di 5.170 tonnellate di carbone.

Ottime anche le prestazioni delle società informatiche. Quasi tutte quelle presenti negli elenchi di Fortune hanno ottenuto risultati ragguardevoli, anche se a primeggiare sono la Microsoft (354mila tonnellate) e Cisco (443mila tonnellate). La migliore in assoluto, sia fra le aziende della new economy che in generale, è però la Apple, che ha fatto dell'ecologia una propria bandiera e che è riuscita a risparmiare all'ambiente l'equivalente di ben 16.011 tonnellate di carbone. Un volume di gran lunga superiore a quello dell'Empire State Building di New York.

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