La crisi ha elevato la professionalità del mercato? La “selezione naturale” nel mondo del lavoro

Si può dire che la “selezione” iniziata con l’arrivo della crisi ha portato alcune professioni a dover ridimensionare il proprio andamento lasciando spazio esclusivamente ai “migliori”? È questa la domanda che mi bussa in testa da diversi giorni.

Lo scorso martedì mi è capitato di vedere, dopo parecchi mesi, un vecchio amico che si occupa di produzione video e di fotografia. Come va come non va, arriviamo come spesso accade di questi tempi a parlare di lavoro e di come sta andando il settore, qualunque settore sia. Difficoltà ce ne sono ovunque ci si giri, non c’è nulla da dire, ma una riflessione nata dalla nostra conversazione mi ha particolarmente fatto pensare una volta tornato a casa.

Il punto è questo: una professione come quella legata, ad esempio, al settore della fotografia necessitava in passato, oltre a capacità e conoscenze tecniche, anche dell’acquisto di “strumenti del mestiere” e materiali molto specifici per poter realizzare lavori di alta qualità. Oggi le dinamiche sono cambiate, con il progresso tecnologico e digitale è possibile fare fotografia di ottima fattura con mezzi alla portata di tutti.

Questo ha decisamente trasformato il mercato “intasandolo” di professionisti alle prime armi, talvolta poco preparati tecnicamente e diciamocelo, un po’ improvvisati. Inoltre i compensi economici richiesti per i lavori svolti sono diventati molto più altalenanti, non adeguati alle prestazioni offerte e poco equilibrati tra professionisti e “non” professionisti, in genere ribassati creando una concorrenza – non che abbia qualcosa contro la concorrenza, anzi… – non sostenibile.

Arriviamo dunque al punto. Gli scompensi degli ultimi anni dettati dalla crisi hanno portato tanta incertezza e meno opportunità di lavoro in tutti i settori. Il mondo della fotografia non fa eccezione e la situazione è diventata complicata per tutti. In un panorama di questo tipo però, c’è un elemento che forse non può essere definito negativo in modo assoluto; in questo periodo “difficile” è avvenuta infatti una selezione, una scrematura degli addetti al settore che ha accentuato ancora di più la distinzione e la frattura tra gli improvvisati e i fotografi con la F maiuscola, dando così l’opportunità a chi è veramente in gamba di proseguire il proprio mestiere. Chi ha avuto – e avrà – capacità e qualità infatti, nonostante la crisi, è stato in grado di far fronte alle difficoltà del periodo e a ritagliarsi un proprio spazio dove continuare l’attività cercando di sfruttare al massimo competenze e creatività.

Non penso che questa sia la regola, con ogni probabilità molti buoni professionisti hanno dovuto optare per altre strade perché nonostante tutto non riuscivano ad andare avanti, ma per alcune professioni sta avvenendo realmente una “selezione naturale” che porta a mantenere il lavoro solo ai “migliori”.

Non so se sia una visione dettata soltanto da un grande bisogno di positività e speranza per cercare di vedere un po’ di bianco in mezzo a parecchio nero, ma è una visione con un suo senso seppur un po’ spietato e cinico.

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