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Ada Masella

La corsa di Esa per "pulire" lo spazio - FOTO e VIDEO

Un viaggio affascinate, nello spazio, lontano dalla terra, quello proposto da Focus per il pubblico di Panorama d’Italia a Trieste. Davanti a una sala affollata, come ormai è consuetudine negli appuntamenti scientifici del tour, il direttore del magazine, Jacopo Loredan, invita sul palco i suoi ospiti: l’astronauta Umberto Guidoni e Luisa Innocenti, head of clean space office di ESA.

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Da sinistra: Jacopo Loredan, direttore di Focus, Luisa Innocenti, head of clean space office di Esa e l'astronauta Umberto Guidoni - Trieste, Panorama d'Italia, 9 settembre 2017
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Luisa Innocenti, head of clean space office di Esa
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Il pubblico dell'incontro "A spasso nello spazio" organizzato a Trieste per Panorama d'Italia in collaborazione con Focus - 9 settembre 2017
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L'astronauta Umberto Guidoni
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La Sala Oceania del Centro Congressi Stazione Marittima di Trieste - 9 settembre 2017

La tecnologia terrestre

Si parla di tecnologia e innovazione, spaziale e terrestre. Già. La nuova frontiera dell’uomo nella medicina è la robotica. rappresentata in questa occasione dal robot da Vinci, straordinaria piattaforma per la chirurgia mini invasiva: “si diventa, grazie a lui, super chirurghi, - sottolinea Iolando Murtarelli ingegnere biomedico di Ab medica - si possono manovrare tre strumenti e una fibra ottica in 3D contemporaneamente consentendo una sorta di navigazione nel corpo umano con una qualità di risultati altissima”.

Tecnologia Da Vinci, l'eccellenza chirurgica sbarca a Trieste

Il Friuli Venezia Giulia vanta ben tre sistemi installati, due si trovano nell’ospedale S.Maria della Misericordia di Udine e uno agli Ospedali Riuniti di Trieste. “La chirurgia robotica - spiega il prof. Carlo Trombetta, direttore della clinica urologica di Trieste - permette di effettuare interventi con maggiore precisione e minor rischio dei pazienti”.

L’inquinamento spaziale

Uno strumento straordinario dunque, che pesa 800 chili. "Un po' troppo" scherza Loredan "per andare nello spazio". Ma ci sono altri robot, più leggeri, che scrutano le galassie: i satelliti che inviano immagini, informazioni, dati indispensabili per la ricerca. Ma non vivono in eterno: anche loro hanno un fine vita, esplodono e i residui restano intorno alla terra.

“Come abbiamo sporcato la terra abbiamo sporcato lo spazio - afferma Luisa Innocenti, head of clean space office di Esa - Tanto che nel 2012 è nata l’iniziativa dell’Esa destinata a studiare come ripulirlo”. Ma quanto inquinano le attività spaziali? “Oggi in orbita di sono 8 mila tonnellate di oggetti, la maggior parte inutilizzabili. Dobbiamo individuare un nuovo metodo per il fine vita dei satelliti, usando materiali diversi ed evitare che scoppino una volta esauriti”.

Focus Spazio, a spasso tra i pianeti insieme a Umberto Guidoni

Si stanno studiando delle tecniche per il loro recupero: “stiamo facendo esperimenti per la realizzazione di una rete e di un robot che ruotando possa aggrapparsi e trascinare gli oggetti verso l’atmosfera in modo che nell’impatto si brucino”. Sono operazioni molto complesse e molto costose: “se riuscissimo ad ottenere i finanziamenti potremmo attivare la cattura anche tra 6 anni. Al momento si sta studiando il ritorno economico che anche in campo spaziale deve essere considerato”.

L’astronauta Guidoni e il viaggio dentro il sistema solare

Ed è proprio nello spazio e nel sistema solare che, in assoluto silenzio, il pubblico si fa portare per mano da Umberto Guidoni e si incanta a guardare le immagini dei suoi viaggi. È Guidoni, con la sua passione e la sua straordinaria esperienza, a guidare gli spettatori dentro la stazione spaziale internazionale dove lui, nel 2001, ha vissuto per molti mesi. “È un laboratorio spaziale, dove le cose galleggiano perché c’è assenza di peso che condiziona la vita a bordo come mangiare, bere, lavarsi. Molte attività richiedono l’attività dell’astronauta anche all’esterno. Gli equipaggi sono internazionali”.

Ed ecco il mare Egeo, la Groenlandia, le Hawaii: “il nostro è un pianeta spettacolare visto da lassù” dice Guidoni che promette: "Torneremo sulla Luna, prossimamente: 400 mila chilometri che percorrerà Orione, mentre verso Marte il viaggio sarà tutto diverso, la lontananza è grandissima, 160 milioni di chilometri, durerà due anni. Per scendere useremo una specie di disco volante, uno scudo termico. Andare oltre è una sfida difficile davvero, parliamo di anni luce”. Ma l'uomo è pronto. E noi anche, a guardare le immagini del nostro pianeta "spettacolare da lassù".

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