L'inchiesta sul porto d'Imperia finisce nel nulla

Finisce nel nulla, con una richiesta di archiviazione avanzata il 10 dicembre dalla stessa Procura di Imperia e adesso accolta dal giudice per le indagini preliminari, la parte principale dell’inchiesta contro Francesco Bellavista Caltagirone e Claudio Scajola su presunti illeciti nel porto di Imperia. Cade l’accusa di associazione per delinquere, mentre resta in piedi per il solo Caltagirone (e per altri otto indagati) l’accusa di truffa.

Nell’ambito dell’inchiesta, avviata nel settembre 2010, Caltagirone (73 anni) fu costretto a ben 9 mesi di carcerazione preventiva: secondo l'accusa, era stato "scelto secondo logiche di conoscenza anzichè nel rispetto delle procedure stabilite dalla legge, e proprio questi comportamenti hanno trasformato di fatto la principale opera pubblica nonché occasione di sviluppo della città di Imperia in una truffa di proporzioni gigantesche".

Acquamarcia, la società costruttrice del porto che fa capo a Caltagirone, ha sempre respinto la accuse: si trattava di un'opera privata per cui non sono mai stati investiti soldi pubblici. Ora un processo dovrà stabilire se è vero. Ma intanto sicuramente cade l’accusa più grave e infamante: quella dell’associazione a delinquere.

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