Sesso e design, in mostra: benvenuti nella società del porno espanso

Lentamente, inesorabilmente, inconsciamente c’è chi ha riempito la casa di oggetti d’uso comune ma dalle forme erotiche: divani a forma di labbra carnose, tazzine per il tè decorate con donnine discinte, tavoli e sedie che ricordano languide forme femminili. Quanto è inconscio il nostro desiderio di circondarci di oggetti che rimandano al sesso? Prova a capirlo la mostra Kama. Sesso e designalla Triennale di Milano (dal 5 dicembre al 10 marzo).

"Da una trentina d’anni viviamo in una società del porno espanso. Nell’arte contemporanea l’uso massiccio del sesso è stato ampiamente studiato, ma il rapporto tra eros e oggetti non è stato mai veramente analizzato" sostiene Silvana Annicchiarico, che ha curato la mostra. "È il primo censimento degli oggetti erotici che sono entrati nelle nostre case nel tempo. E si parte da lontano, dai molti reperti archeologici riuniti. Nell’antichità il sesso era una presenza fissa negli oggetti domestici, aveva una funzione di protezione, serviva a fare sorridere gli dei".

Oltre 200 pezzi divisi su tavoli anatomici a seconda delle parti del corpo: dai falli, usati come amuleti in epoca romana e portati al collo dalle matrone, simboli di forza generatrice, ai progetti del grande Ettore Sottsass. "Tutto il suo lavoro è attraversato dal sesso, lo ha usato come forma di conoscenza del mondo, come denuncia politica" continua la curatrice. Dalle foto lascive di Carlo Mollino, ora ricercatissime dai collezionisti, alla chitarra a forma di chiappe di Barnaba Fornasetti. Conclude Annicchiarico: "È come se nelle nostre vite il sesso non ci fosse più e sentissimo il bisogno disperato di invocarlo attraverso gli oggetti".

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