E la Juve fa causa ai tifosi che l'hanno difesa in Calciopoli...

Potrebbe essere l'ultimo paradosso della lunga battaglia giudiziaria e sportiva nel nome delle sentenze che nel 2006 tolsero due scudetti alla Juventus mandandola in serie B. Una ferita ancora aperta e sanguinante per milioni di tifosi bianconeri che negli anni successivi si mossero cercando di ottenere giustizia quando ancora la società, all'epoca della presidenza Cobolli Gigli, aveva una posizione diversa. Oggi la Juventus di Andrea Agnelli ha deciso di fare causa all'associazione più attiva contro Calciopoli. Il motivo? Secondo gli avvocati del club, il logo di 'Giùlemanidallajuve' sarebbe troppo simile a quello ufficiale e questo configurerebbe la lesione del diritto d'autore e sfruttamento economico del marchio.

L'atto di citazione giudiziaria è stato notificato lo scorso 4 aprile a Giuseppe Belviso, presidente dell'associazione che oggi conta oltre 6.000 iscritti e che è anche l'unica che raggruppa in maniera organica centinaia di azionisti di minoranza della Juventus Spa. Associazione nata nel 2006 e immediatamente attiva con ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato e alla Corte di Giustizia Europea per chiedere la cancellazione delle sentenze sportive su Calciopoli e la riabilitazione della Juve e della dirigenza finita nella bufera.

Anni di battaglia finite male ("Del resto tutti i tribunali ci dicevano: 'Non si muove la Juve, perché dovete farlo voi?'" racconta amaro Belviso), ma che hanno cementato un microcosmo che ha tenuto in vita l'animo bianconero anche nel periodo più buio, quello in cui i risultati sul campo non arrivavano e il timore di aver visto sparire storia e futuro della Juventus era concreto. "Non vorremmo pensare che la causa sia figlio di logiche ben diverse dalla tutela della propria immagine" scrivono i responsabili dell'associazione nel comunicato con cui denunciano la citazione in giudizio.

Cosa significa? Oggi 'Giùlemanidallajuve' è diventato un gruppo di opinione che fa rumore. Oltre 135mila followers su Facebook e presenza costante nelle discussioni intorno al mondo Juve. Anima critica nei confronti di una dirigenza fortemente voluta nel momento in cui Cobolli Gigli venne dimissionato, ma che ha deluso perché ritenuta troppo morbida nella battaglia su Calciopoli e dintorni. "Inutile nasconderlo, da Andrea Agnelli che adesso ci fa causa aspettavamo qualche cosa in più. I ricorsi che ha presentato sembrano solo fumo negli occhi: chiedere la parità di trattamento dopo quello che è emerso nei processi di Napoli è troppo poco. Bisognava proseguire sulla strada della restituzione dei due scudetti" prosegue Giuseppe Belviso.

I contatti con la società? Interrotti da tempo. Incomprensioni e piccoli dispetti fino alla causa per un logo depositato ufficialmente nel 2009 e del quale ora la Juventus chiede la cancellazione. "Non ci pensiamo nemmeno. Andremo in Tribunale e vedremo cosa dirà il giudice. In fondo la Juventus non è l'unica 'Juve' che c'è in Italia e il toro è il simbolo di Torino..." risponde Belviso che garantisce: "In questi anni non abbiamo mai fatto alcuna operazione di marketing sfruttando nome e logo dell'associazione. Lo abbiamo anche scritto nello Statuto".

Nei prossimi mesi la battaglia si sposterà in Tribunale. La Juve contro i tifosi che l'hanno difesa negli anni più bui. Un paradosso che divide e accende i riflettori sul malessere di una parte del mondo bianconero che non ha ancora dimenticato la ferita di Calciopoli e che vorrebbe dalla Juventus di oggi un atteggiamento meno morbido contro la Federcalcio.

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