October 07 2011
Juve: tre motivi per sognare (e altri tre per rimanere coi piedi per terra)
Laterza Stella
Il primo: questa Juve ha corsa, carattere, cattiveria agonistica. Cioè, sembra l’incarnazione fatta squadra di quello che era Antonio Conte da giocatore. Contro il Milan non si è vista una Juve bella da morire, ma una Juve tonica, concentrata, affamata, ben preparata atleticamente. Una squadra che non molla, insomma, determinata a metterla dentro, di raffa o di raffa, ma che al tempo stesso molto sa essere attenta quando si tratta di chiudere gli spazi.
Il secondo: questa Juve ha qualità e duttilità in mezzo al campo. Le prime giornate di campionato ci dicono che Pirlo ha davvero preso in mano la squadra e che Vidal e Marchisio sono due jolly capaci di dare equilibrio e imprevedibilità allo scacchiere di Conte. Che così può anche separarsi dall’amatissimo 4-2-4 per provare altre soluzioni, come ad esempio il 4-5-1 di domenica sera, uno schieramento che garantisce un filtro maggiore pur senza perdere in pericolosità in fase d’attacco visti gli inserimenti micidiali dei centrocampisti (Pirlo, Krasic, Marchisio, Vidal e Pepe).
Il terzo: la mancanza degli impegni di coppa. Incredibile ma vero ci ritroviamo – cinque mesi dopo – a ringraziare la Juve di Del Neri. Perché se i bianconeri oggi sembrano avere più energie mentali e fisiche per il campionato lo devono anche a quella Juve che non riuscì a raggiungere un piazzamento (in)utile per l’Europa League.
Fin qui le ragioni per essere ottimisti. Perché poi, a bocce ferme, bisognerebbe fare come Conte: volare basso. E ricordarsi che di motivi per andarci cauti ce ne sono altrettanti.
In primo luogo facciamoci una domanda (senza darci una risposta, ovviamente): è davvero possibile continuare a giocare a su questi ritmi fino alla fine dell’anno? D’accordo, non ci sono gli impegni di coppa, ma il campionato è comunque lungo e la storia recente ci insegna che le squadre che fanno del furore agonistico la loro arma principale (ricordiamoci della Roma di Spalletti, ad esempio) spesso arrivano a fine anno con il fiato corto.
In secundis: questa Juve è Pirlo-dipendente, il che può essere un limite. Il primo tempo di Catania lo ha dimostrato: ingabbiato Pirlo, la Juve perde lucidità in manovra.
Infine, come i più acuti fra critici hanno fatto notare, ricordiamoci che siamo solo alla quinta giornata e che secondo l’almanacco del calcio non sempre chi è primo dopo un mese di campionato vince lo scudetto. Anche la Juve di Ferrara, tanto per fare un esempio, era prima dopo cinque giornate e poi sappiamo bene com’è andata a finire.
E fa niente se quella Juve giocava con Felipe Melo, Poulsen, Diego, Tiago, Grygera e Amauri. Fa niente se a quei tempi la società Juve era guidata da Blanc, Cobolli Gigli e Alessio Secco. Limitiamoci a considerare il puro dato statistico e facciamo come Conte. Voliamo basso, ricordiamoci sempre che veniamo da due settimi posti e continuiamo a mangiare erba, ovviamente.
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