Italiani più poveri nel 2060

Che senso ha chiedersi quali saranno gli equilibri economici globali nel 2060 quando, oggi, moltissime nazioni, europee e non, rischiano il default? Ebbene, agli economisti dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico le previsioni sono sempre piaciute. E in tempi di stagnazione e recessione chi legge dati a prescindere difficili da confermare con così tanto anticipo vi cerca forse un po' di conforto, o la speranza che, prima o poi, le cose andranno meglio.

Ecco perché abbiamo deciso di riprendere, come grafico della settimana, l'istogramma elaborato dall'OECD e pubblicato da The Economist sugli equilibri economici mondiali che potrebbero consolidarsi fra cinquant'anni. Che, tuttavia, non verranno accolti ovunque con il medesimo entusiasmo.

Se ancora nel 2011 dai paesi membri dell'OECD dipende il 65% dell'output globale, ben superiore al 24% imputabile ai due grandi emergenti d'Oriente, Cina e India, entro il 2060 lo scettro dovrà essere ceduto ai due colossi asiatici, che insieme arriveranno a sfiorare il 50% della produzione del Pil mondiale (46%), lasciando indietro l'OECD di ben quattro punti percentuali.

Il grafico della settimana si concentra però su un altro valore, il Pil pro capite, indicando con le inee più scure il rapporto percentuale tra quello dell'economia oggetto di analisi e quello statunitense nel 2011. Con quelle più chiare la stima dello stesso valore nel 2060. In entrambi i casi, i calcoli sono stati effettuati a parità di potere d'acquisto, e ponendo come premessa che quest'ultima rimarrà costante.

Gli andamenti sono chiarissimi: anche se da Cina e India dipenderà il 50% scarso della produzione mondiale, in questi paesi il tenore di vita medio aumenterà, ma non così tanto da poter competere con gli Stati Uniti o la maggior parte dei paesi dell'Europa. Eppure, a livello di reddito pro capite i dettagli da notare sono altri. Ovvero che in tutti i paesi emergenti, e in particolare in India e Cina, quest'ultimo aumenterà tantissimo. Nei paesi sviluppati rimarrà stabile o crescerà di poco, un dato di per se' preoccupante ma che, in questo grafico, passa in secondo piano a causa dei dati relativi ai paesi oggi più in crisi, che torneranno indietro. Di chi stiamo parlando? Facile indovinare, purtroppo: Grecia, Spagna, Italia e Francia.

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