L'ira di Israele su Laura Boldrini, troppo amica di Ong vicine ai terroristi

E' scontro tra Israele e Laura Boldrini. Il Comitato permanente sui diritti umani nel mondo, organo interno alla Commissione esteri della Camera dei Deputati e presieduto dalla stessa Boldrini, ha ospitato lunedì scorso l’audizione di alcuni esponenti di due ong palestinesi, Addameer e Al Haq: organizzazioni che, appena lo scorso ottobre, il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, aveva designato come “terroristiche”. In particolare, secondo Gantz, queste due entità opererebbero nel quadro di una rete gestita dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp): formazione marxista-leninista, considerata un’organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione europea e Canada. “I gruppi”, si leggeva in una dichiarazione di Gantz, “sono controllati dalla dirigenza senior di Fplp e impiegano molti membri del gruppo in lavori sia manageriali che sul campo, compresi attivisti coinvolti nel terrorismo”.

In particolare, tra i relatori invitati lunedì compariva Shawan Jabarin: figura fortemente controversa che – secondo la Corte Suprema israeliana – lavora per conto del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Dal canto suo, la Boldrini sostiene che Jabarin “è riconosciuto come uno stimato attivista per i diritti umani da organizzazioni quali Human Rights Watch e Amnesty International”. Non solo: a novembre la deputata del Pd aveva anche presentato un'interrogazione parlamentare al ministero degli Esteri proprio contro il fatto che Gantz avesse designato quelle ong come terroristiche.

La questione è ben presto diventata un caso internazionale, con una durissima presa di posizione da parte dell’ambasciata di Israele in Italia: ambasciata che si è detta “scioccata dal fatto che un terrorista condannato e due organizzazioni terroristiche come Al-Haq e Addameer […] siano state formalmente invitate a parlare davanti alla Sottocommissione per i diritti umani del Camera dei Deputati, presieduta dall'on. Laura Boldrini”. Secondo l’ambasciata, l’invito alle due ong “è un riconoscimento per il terrorismo e contrasta completamente con l'aspettativa dell'intera comunità internazionale di dissuadere e impedire alle organizzazioni terroristiche di operare dall'interno di strutture civili e di impedire che qualunque forma di finanziamento finisca nelle mani delle organizzazioni terroristiche”.

Non sono tardate ad arrivare anche le reazioni di alcune forze politiche italiane. “Grave l'invito di due associazioni palestinesi da parte del Comitato per i diritti umani nel mondo della Camera. I legami di Addameer e Al Haq con il terrorismo antiebraico sono noti”, hanno dichiarato i deputati leghisti Paolo Formentini e Simone Billi. “Non a caso”, hanno proseguito, “durante la loro audizione, hanno definito lo Stato di Israele 'razzista e coloniale': espressioni inaccettabili dalle quali tutto l'arco parlamentare italiano dovrebbe prendere subito le distanze”. Di “sconcerto e rammarico” ha parlato invece il forzista Andrea Orsini, mentre l’esponente di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro, ha dichiarato: “La politica estera in era pentastellata e sinistra oscilla fra regimi brutali come quello cinese, regimi dittatoriali come quello di Maduro e terrorismo internazionale: siamo oltre la decenza”. In tutto questo, dal Pd non sembrano per ora giunte prese di posizione significative su quanto accaduto: un silenzio che lascia francamente un po’ perplessi. Non è del resto la prima volta che la Boldrini compie gesti controversi rispetto a Israele. Basti pensare alle polemiche che scatenò quando, nel 2015, da presidente della Camera invitò a tenere una lectio magistralisAhmad al-Tayyib: imam noto per le sue posizioni duramente critiche nei confronti dello Stato ebraico e accusato di affermazioni antisemite.

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