iShoes, Apple vorrebbe insegnarti a usare le scarpe

Ehi, hai visto? È uscito un altro articolo sulle novità Apple, vuoi vedere che finalmente ci sarà un nuovo prodotto che rivoluzionerà il settore?
Un prodotto rivoluzionario? Dopo Jobs? Ma fammi il piacere.”
Ti giuro, leggi il titolo: Apple prepara la prossima pietra miliare hi-tech.
E cos’è? Un televisore? Uno smartwatch? Dio, no, un altro termostato?
No, aspetta.... un paio di scarpe?

Sì, un paio di scarpe. È quello che si scopre andando a sfogliare i dettagli di un brevetto depositato da Apple, in cui vengono descritte un paio di smart-scarpe, iShoes se preferite, dotate di sensori e connettività.

A differenza degli smartwatch o di altri dispositivi indossabili, un simile paio di scarpe non fungerebbe da estensione al proprio smartphone (sarebbe piuttosto scomodo piazzare un touchscreen sotto la suola), la sua utilità principale sarebbe piuttosto quella di strumento di self-tracking per corridori e semplici pedoni. Il brevetto infatti descrive come le smart-scarpe (o smart-stivali) di Apple avranno accelerometri e sensori di pressione integrati nella suola che consentirebbero il monitoraggio delle proprie prestazioni, ma anche e soprattutto la misurazione di parametri come la postura, la posizione del piede all’interno della scarpa e, volendo, il livello di usura delle scarpe. Tutti questi dati verrebbero poi trasferiti ad altri dispositivi personali come smartphone, tablet e, stando al brevetto, orologi connessi.

Non solo un orpello per fanatici della corsa, dunque, ma anche una sorta di “scarpa aumentata” per chi ha problemi di postura o deambulazione. Bisogna poi sottolineare che Apple nel brevetto pone più volte l’accento su un non meglio precisato “sistema di rilevazione dello stato d’usura”, quasi il vero valore aggiunto fosse il fatto che queste iShoes ti impediranno di andare in giro con scarpe troppo consunte per assicurare una postura salutare. C’è poi chi già immagina che questo sistema non sia altro che un escamotage per introdurre il concetto di obsolescenza programmata anche nei capi d’abbigliamento, ma sono solo voci maliziose (vero Apple?).

Se vi state già preoccupando di mettere da parte quattrini a sufficienza per assicurarvi un paio di iShoes, fate pure con calma, si tratta solo di un brevetto, depositato per la prima volta nel 2011. Chi ha seguito le ultime puntate della guerra dei brevetti conosce bene Apple, l’azienda di Cupertino ha la tendenza ha depositare i brevetti più assurdi, pur di avere le spalle coperte, sarebbe capace di brevettare l’acqua calda se gliene dessero la possibilità.

È anche vero, però, che i dispositivi connessi indossabili rappresentano un orizzonte di mercato sempre più vicino, e la crescente attenzione nei confronti di smartwatch, telecomandi per telefonino e smart-occhiali lo dimostra. In una prospettiva simile, può avere senso brevettare un paio di smart-scarpe, ma anche una smart-giacca, una smart-cintura o uno smart-berretto (se solo non esistesse già).

Ho più volte detto (e scritto) che uno dei talenti più formidabili di Apple (e di Steve Jobs in particolare) è sempre stato quello di sapere creare nuove tendenze ed esigenze, così da creare opportunità di mercato altrimenti inesistenti. Forse riuscirà a convincere milioni di persone a indossare le sue scarpe, ma forse l’era in cui tutto era possibile, a Cupertino, è già tramontata.

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