Quelli che: investire fa più paura della morte

Secondo una ricerca condotta da Nationwide Financial, la divisione di consulenti finanziari dell’omonimo gruppo assicurativo americano, gli investitori con un patrimonio spendibile di almeno 100mila dollari temono una nuova crisi . La preoccupazione riguarda l’83% degli 800 intervistati, mentre il 62% si dice preoccupato di investire in azioni. “I risultati ci hanno sorpresi – ha commentato Michael Spangler, presidente di Nationwide Funds -. Le persone, statisticamente parlando, si dicono più preoccupate di investire che di parlare in pubblico, di buttarsi con il paracadute o addirittura di affrontare la morte, cosa che riguarda “solo” il 58% degli intervistati”. A quanto pare, dunque, il concetto di ripresa non è ancora entrato nel modo comune di sentire, visto che in realtà il mercato finanziario ha registrato un ritorno a doppia cifra nel 2012. In particolare, secondo la ricerca, il 74% della Generazione Y, cioè i nati dagli anni Ottanta al Duemila, si dice estremamente spaventato dal mercato azionario e la più grande preoccupazione è la convinzione di non essere in grado di poter pagare il college ai proprio figli. 

Per Josh Peters, esperto di strategia presso Morningstar, uno fra gli errori di comportamento più diffusi fra gli investitori ha a che fare con il comune sentire che parte da Wall Street, secondo il quale la stagione dei dividendi sia ormai definitivamente conclusa. “Gli investitori dovrebbero smettere di pensare che la finanza sia un gioco in cui si compete contro gli altri, piuttosto è un viaggio la cui destinazione coincide con i proprio obiettivi finanziari”. 

Non la pensano in maniera altrettanto serena gli investitori contattati da Millionaire Corner  pochi mesi fa. Le persone di età compresa fra 55 e 64 anni con un patrimonio netto compreso fra 100mila dollari e un milione di dollari hanno tre principali preoccupazioni: mantenere la propria posizione finanziaria (75%); accantonare abbastanza fondi per la propria pensione (74%) e prendersi cura della situazione finanziaria di figli e nipoti (70%). Gli ultimi dati dell’inchiesta mensile di Bank of America Merrill Lynch, infine, dimostrano che gli investimenti sui mercati emergenti nel mese di giugno hanno toccato il minimo dal dicembre 2008. Il 25% dei 250 manager intervistati che, complessivamente gestiscono asset per 708 miliardi di dollari, ha dichiarato che i mercati emergenti sono quelli in cui prevedono di disinvestire nei prossimi dodici mesi. Segno del bisogno di continuare a investire all’interno del perimetro di una “comfort zone”.

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