Tutti i meriti di Spalletti nella corsa dell'Inter capolista

L'Inter torna capolista da sola dopo la 15° giornata. Batte il Chievo con una prestazione di grande qualità e sostanza (5-0 e tripletta di Perisic) e arriva allo scontro diretto con la Juventus da prima in classifica come non accadeva dal 6 gennaio 2016 con Mancini in panchina. Quella era stata l'illusione di una squadra destinata poi a sgonfiarsi e a chiudere quarta, questa sembra la premessa di una stagione da piani alti fino a maggio.

Il primato nerazzurro nel campionato deve sorprendere se si considera che l'Inter ha chiuso un anno fa lontanissima dalla Juventus campione d'Italia: 29 punti. Un gap ragionevolmente non colmabile in una sola estate trascorsa, tra le altre cose, nella vana attesa che il mercato portasse a Milano gli annunciati top player. Eppure Spalletti è riuscito a costruire una macchina da guerra e sta volando ad altezze impensabili.

Il merito di Spalletti nel primato Inter

E' vero che Icardi sta facendo la migliore annata della sua vita (16 gol in 15 partite, una rete ogni 82') e che davanti ci sono giocatori che non sfigurerebbero nemmeno in Premier League dove infatti potevano finire questa estate: Perisic e Candreva. E' vero che Handanovic è un grande portiere, Miranda il centrale del Brasile e Skriniar un talento in fase d'esplosione.

Vero tutto, però il merito principale della corsa in classifica che vede l'Inter rimasta l'unica imbattuta è principalmente di Spalletti. Un anno fa di questi tempi Suning aveva già alternato Mancini, De Boer, Vecchi e Pioli ottendendo la miseria di 21 punti in un autunno tristissimo che aveva già gelato le ambizioni europee. Oggi i punti sono 39 (18 in più, un record) e il mondo interista si è capovolto.

Ordine tattico e disciplina - Spalletti ha cominciando dando ordine in campo a una squadra che aveva profondamente deluso. La formazione è quasi sempre la stessa e al massimo cambiano gli interpreti, senza rivoluzioni. Una rosa ristretta di 14-15 uomini con ruoli e gerarchie chiari ma aperta a chi dimostra in allenamento di voler scalare le posizioni.

Regole di vita - Un risultato che si può ottenere solo se si gestisce il gruppo a 360° dando a tutti le stesse regole ed opportunità. La conferma c'è stata nella prestazione di Ranocchia, che pareva destinato a fare il comprimario, o Santon, un altro cui non veniva più data alcuna chance. Recuperati entrambi ed arruolati alla causa. 

Difesa di ferro - L'Inter dopo un terzo della stagione ha la miglior difesa (10 gol subiti) insieme a Napoli e Roma. Un anno fa di questi tempi era un colabrodo da 21 reti incassate eppure ilsolo Skriniar è stato inserito ed è troppo poco per giustificare un salto così. Il merito è dell'organizzazione e della protezione che anche il centrocampo dà alla fase di non possesso palla.

Entusiasmo ritrovato - Tutto si traduce nell'entusiasmo di un ambiente che ha riscoperto il piacere di andare allo stadio a tifare la propria squadra. San Siro è costantemente con oltre 50mila presenze, frutto anche del lavoro della società che ha approcciato la stagione con strategia di marketing innovative che stanno pagando. E quando San Siro è pieno e spinge anche la squadra ne trae beneficio...

L'Inter e la storiella del calabrone

Questa Inter che dopo 15 giornate viaggia a ritmi così alti da avere una proiezione a 99 punti (irrealistica) assomiglia sempre più alla storiella del calabrone che non potrebbe volare ma, siccome nessuno glielo ha spiegato, continua a farlo. L'ultima sfida di Spalletti è questa: prolungare all'infinito la magia di un gruppo che sta rendendo oltre i propri limiti ed eventualmente gestire al meglio la prima sconfitta e il primo momento di difficoltà.

Poi ci sarebbe il mercato di gennaio dove irrobustire una rosa cui mancano 2-3 uomini tra difesa (un centrale), centrocampo (trequartista) e attacco (la riserva di Icardi). Ma qui entra in gioco la società che pare più attenta alle questioni del bilancio e del rispetto del Fair Play Finanziario. E allora Spalletti deve compiere il miracolo e convincere i suoi di essere abbastanza per l'impresa.

Il tecnico ha cominciato a farlo, chiedendo non acquisti ma la conferma invernale di tutto il gruppo. Una tattica scaltra e un messaggio diretto ai giocatori. Che fin qui lo hanno ripagato con gli interessi.

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