Inter-Barcellona e Napoli-Psg: 5 errori da non fare pensando di essere tornati grandi

EPA/ARMANDO BABANI
Quando conta vincono loro. Sempre. E' vero che la Juventus (la solita benemerita del calcio italiano negli ultimi anni) è arrivata due volte in finale di Champions League illudendo tutti che si potesse riportare la coppa in Italia, ma quando è il momento di stringere sono gli spagnoli a fare la voce del padrone. I numeri? Dal 2013 a oggi hanno conquistato 18 trofei internazionali su 19 con dominio alternato di Real e Barcellona. E noi? Due finali di Champions con la Juve, una semifinale con la Roma e le briciole in Europa League. In generale non pervenuti dal maggio 2010. Troppo per raccontare di essere come loro...
PAU BARRENA/AFP/Getty Images
Comunque vada a finire questo incrocio nobile, loro resteranno ricchi e noi - nella migliore delle ipotesi - ex ricchi che sognano di tornarlo. La Juventus (che comunque al momento è l'ultimo vagone del treno di testa) fa corsa a sé, ma per dare una dimensione all'abisso che ci separa dai top club basti pensare che, conti Deloitte in mano riferiti alla stagione 2016-2017 (l'ultima classifica omogenea pubblicata), nemmeno sommando insieme i fatturati di Inter, Napoli e Roma si arriva a quello del Barcellona: 634 milioni contro 648. E' un po' deprimente, ma va tenuto in considerazione approcciando alla notte della Champions League. Tre non ne fanno una.
EPA/GERRY PENNY
Messaggio a reti unificate. Per tutti (Juve esclusa). "Non si corre per vincere la Champions. Stop. Le italiane non sono in gara per conquistare la coppa. Stop. Garantire la massima diffusione al messaggio. Stop". A grandi illusioni seguono quasi sempre enormi delusioni. E crisi. L'ha provato sulla propria pelle anche la Juventus a Cardiff nel 2017 quindi a maggior ragione vale la pena che si dica ad alta voce per Inter e Napoli: comunque vada nessuna è stata costruita per arrivare alla finale di Madrid e, dunque, nessuna potrà dirsi delusa se non ci arriverà e se il suo cammino si fermerà prima. Anche perché il sorteggio era stato iellato e non ci si può rimangiare tutto per qualche buon risultato in campo...
Philipp Schmidli/Getty Images
Non sempre i numeri spiegano tutto, ma a volte chiariscono in maniera brutale la realtà. Se non sono bastati quelli dei soldi e dei trofei conquistati, allora prima di immaginare di essere tornati a dominare che si prendano appunti sul valore tecnico dei diversi campionati. Nella lista dei 30 candidati al prossimo Pallone d'Oro ci sono solo 2 giocatori della Serie A: Ronaldo (ovvio) e Mandzukic. Du su trenta, il 6,6%. Il Psg da solo ne ha di più (3), la Liga arriva a 14 e la Premier League a 11. Certo, poi magari CR7 lo vince e diventa il numero uno di sempre, però la situazione è questa e far finta di non conoscerla equivarrebbe a garantirsi una notte da Tafazzi...

Inter-Barcellona a San Siro e Napoli-Psg al San Paolo. Ore 21. Due stadi pieni, incassi record (5,8 milioni quello dell'Inter che sbriciola ogni primato italiano) e grandi ascolti in televisione. Tecnicamente si tratta di due spareggi in cui le italiane hanno molto da guadagnare perché sono messe bene in classifica e vincendo (o nel caso dell'Inter anche solo non perdendo) potrebbero mettere un piede e... trequarti nella seconda fase.

Tutto bene quindi? No. Ecco cinque cose da tenere in mente e non dimenticare per evitare di cadere nell'errore di pensare di essere come Loro, dove Loro sta per Barcellona, Psg e gli altri top club europei che ormai ci doppiano per valore, forza, attrattività e vittorie sul campo. Certo, c'è sempre la Juve che corre per raggiungerli e non è tanto distante, ma la Juve oggi non rappresenta il calcio italiano. E' semplicemente la Juventus, un'anomalia in un sistema che si affanna.

Il buon andamento in campo (l'Italia ormai galleggia tra il secondo e il terzo posto nel ranking Uefa) non deve illudere. Meglio dirselo in modo brutale adesso che fare come Tafazzi dopo. 

Juventus-Manchester United. Mourinho fa il gesto del triplete ai tifosi bianconeri | video

YOU MAY ALSO LIKE