'Il Ragazzo Invisibile' la Seconda Generazione

Che la vita da Supereroi non sia una passeggiata lo avevamo già intuito. Ma far parte degli Speciali richiede ancora più impegno. Lo sa bene Michele, il ragazzo strano, quello che indossa una tuta (dai superpoteri, ovviamente) e diventa invisibile.

E Michele Silenzi è tornato. Sia in libreria (per Salani con Il ragazzo invisibile – seconda generazione) che al cinema (dal Premio Oscar Gabriele Salvatores) torna a trattare con la sua inconfondibile delicatezza la complessità dell’adolescenza e del passaggio all’età adulta.

In una nuova storia, sempre con gli stessi panni. Ora è anche più isolato rispetto a prima: ha perso la mamma Giovanna in un incidente stradale, pare un colpo di sonno, forse una svista. E la cosa peggiore è che avevano appena discusso al telefono e il rimorso per averle risposto male divorerà sempre Michele.

Michele parla (almeno ci prova) con uno psicologo che cerca di riaggiustare i pezzi di un cuore e una mente infranti. I sogni ricorrenti, l’apatia che lo contraddistingue, rendono Michele dubbioso, fragile, sempre più solo e osservatore.

Osserva sempre Stella, la tiene a debita distanza perché lei ora sta con Brando che si è appropriato di un merito non suo: quello di averla salvata dal sottomarino. Solo Michele sa cosa sia accaduto veramente.

E la storia riparte in uno spazio temporale successivo a questo episodio.
Ora è tempo per Michele di ritrovare la madre naturale Yelena e una sorella che non sapeva di avere, Nataša. E non sempre questi incontri, quelli che crediamo suggellino la nostra serenità e chiudano un portale sul chi eravamo sono esenti dal dolore.

Tutto serve, tutto è da lezione per la nostra crescita. Anche il perdersi per poi ritrovarsi.
Perché tutti dobbiamo fare i conti con il nostro lato oscuro. Si chiama diventare adulti.

Il Ragazzo Invisibile - Seconda Generazione
di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo
Salani, 2017

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