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Romaine Brooks: il giallo del quadro ritrovato al Vittoriale

Al Vittoriale dannunziano, sul lago di Garda, è stato ritrovato un quadro dell’artista americana Romaine Brooks. La notizia ufficiale del ritrovamento, quasi un "giallo" per il mondo dell'arte, è stato dato venerdì a Gardone (Brescia) dal presidente della Fondazione, Giordano Bruno Guerri, in occasione della presentazione della stagione 2017 degli eventi  del Vittoriale.

Romaine Brooks è un'artista importante: nata a Roma nel 1874, morta a Nizza nel 1970, è stata un'esponente di primo piano dell’Avanguardia artistica americana. Ha lavorato tra Capri e Parigi ed è entrata in contatto con artisti come Pablo Picasso, Henri Matisse e tutto il circolo intellettuale che stava alimentando il rinnovamento artistico internazionale. La  scoperta di una sua opera nell’ultima dimora di d’Annunzio è quindi testimonianza importante del rapporto che la legò al Vate, che aveva incontrato nel 1909 a Firenze.

Romaine Brooks però, ignorò completamente avanguardie come Cubismo e Fauvismo per riconoscersi meglio nei movimenti del Simbolismo ed Estetismo, ritraendo preferibilmente donne androgine in abiti maschili secondo il suo tratto distintivo: l’esplorazione di tutte le possibili sfumature del grigio.

Il quadro è una copia dell’opera del Perugino “Ritratto di fanciullo” (detta anche "Fanciullo Bracceschi"), esposta alla galleria degli Uffizi di Firenze. Romaine Brooks l'aveva dipinto da giovane studentessa dell’Accademia d’arte di Roma, e frequentava il Circolo artico della Capitale. Dell'opera non si era mai avuta notizia, sino al ritrovamento dell’’unica intervista rilasciata a Nizza da Rominae Brook qualche anno prima di morire: in quell'intervista, l'artista raccontava del suo lavoro e del dono che ne aveva fatto a d’Annunzio, suo amante, fonte di ispirazione e poi amico per la vita. 

Romaine Brooks, copia dell’opera del Perugino “Ritratto di fanciullo” (detta anche "Fanciullo Bracceschi")Romaine Brooks

La sua vita, sentimentale e non, fu un romanzo quasi dannunziano. Fu infatti amante non soltanto di d’Annunzio, che ritrasse e di cui rimase amica anche dopo la sua caduta in disgrazia alla fine della Prima Guerra Mondiale, ma frequentò intimamente anche Lord Alfred Douglas, ultimo amante di Oscar Wilde, la ballerina Ida Rubinstein (star dei balletti russi di Diaghilev) e Natalie Clifford Barney, il suo amore più grande. Barney è la scrittrice americana che ospitò il più importante salotto letterario parigino dalla Belle Epoque alla Seconda Guerra Mondiale passando attraverso l’era del jazz, frequentato anche da Truman Capote.

Il progetto di ricerca, passato attraverso l’esame di tutto il carteggio tra Romaine Brooks e d’Annunzio conservato negli Archivi del Vittoriale, è stato curato da Giovanni Rapazzini, milanese, studente di letteratura moderna all’Università Ca’ Foscari di Venezia e interamente finanziato dalla Fondazione americana LegionGroup Arts, fondata e diretta da Suzanne Stroh, curatrice d’arte e scrittrice, in collaborazione con lo Smithsonian Museum di Washington.

“Questa intrigante scoperta, ricompensa i nostri sforzi per restituire il lavoro di Romaine Brooks al Pantheon dell’Arte americana” è il commento di Suzanne Stroh “Noi desideriamo far luce sul contributo di Romaine attraverso film, teatro, libri e mostre. E la ricerca condotta in Italia costituisce uno di questi passi”.

Il presidente della Fondazione del Vittoriale Giordano Bruno Guerri ha già annunciato che il dipinto sarà presto restaurato, quale testimonianza di un ulteriore pezzo della storia e della vita di Gabriele d’Annunzio.

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