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I partiti europei finanziati da Putin

L'accusa di Barack Obama è molto chiara: Vladimir Putin vuole ricostruire l'Unione Sovietica. Per farlo, il leader del Cremlino ha iniziato una nuova Guerra Fredda con gli Usa e con l'Europa. Conflitto che ha il suo epicentro non solo simbolico in Ucraina e che passa attraverso le sanzioni impotese da Washington e Bruxelles a Mosca.

In questo guerra , uno degli obiettivi russi è indebolire l'Unione Europea. Per farlo, Putin ha deciso di intrattenere rapporti con le forze e i movimenti politici che sono contrari all'euro e che, con il crescente consenso elettorale che stanno avendo nei loro paesi, possono mettere a rischio l'unità economica europea.

Il New York Times ha pubblicato un articolo inchiesta in cui si riassumono tutte le mosse fatte dal Cremlino su questo fronte.

Ambientalisti e politici
Oltre alla guerra di comunicazione e propaganda (lo sviluppo del canale satellitare russo in lingua inglese e l'acquisto di pagina di pubblicità su numerosi quotidiani occidentali, incluso lo stesso NYT), la Russia avrebbe finanziato anche alcuni movimenti ecologisti europei contrari allo shale gas, il gas derivante dalle argille, nuovo pilastro dell'industria energetica americana, grande rivale di quella russa.

Lo stesso New York Times aveva pubblicato un'inchiesta svolta in Romania in cui si raccontava di soldi russi agli ecologisti che nell'est del paese protestavano contro lo sbarco dell'americana Chevron alla ricerca di giacimenti di shale gas.

La questione dell'energia è uno dei terreni di scontro. Il giornale americano non solo cita l'opera di persuasione del Cremlino nei confronti dei governi europei interessati alla costruzione di una nuova pipeline (in primo luogo l'esecutivo di Atene, guidato ora da Alexis Tsipras, impegnato nel braccio di ferro sul debito con Bruxelles e potenzialmente molto interessato a un rapporto con Mosca che possa portare benefici economici al paese), ma racconta anche l'opera di arruolamento di testimonial del calibro di Gerhard Schröder, l'ex cancelliere tedesco, ora impegnato nell'opera di lobbying per Gazprom, il colosso energetico russo.

Il Fronte Nazionale e la Lega Nord
La parte più interessante dell'inchiesta riguarda però i rapporti con i partiti politici anti euro. Il primo citato è il Fronte Nazionale di Marine LePen. Il New York Times parla di un prestito di 11 milioni e 700.000 dollari concesso da una banca con sede a Mosca e molto vicina al Cremlino. I soldi verrebbero utilizzati per le campagne elettorali, in particolari quella del 2017 per l'Eliseo.

Sempre secondo il quotidiano americano la LePen avrebbe avuto un prestito personale di 2 milioni e mezzo di dollari da una finanziaria guidata da un ex membro del KGB. Lei ha sempre smentito, ma il NYT l'ha scritto diverse volte.

Il Cremlino avrebbe rapporti anche con il Partito Liberale austriaco, formazione di estrema destra, e con Alternativa per la Germania, il partito anti euro di Berlino.

Nella lista anche l'ungherese Jobbik, e alcune formazioni di destra bulgare, slovacche e i partiti filo russi delle repubbliche baltiche. Anche la tedesca Die Linke e il Partito Comunista Greco avrebbero avuto rapporti con Mosca. In particolari, questi ultimi due si sono schierati con la Russia sulla questione ucraina.

Il Political Capital Institute di Budapest ha stilato una lista con i 15 partiti europei che hanno relazioni con il Cremlino. Vengono citati anche la Lega Nord e Forza Nuova. Una fotografia di alcuni mesi fa immortala Matteo Salvini con Vladimir Putin.

Solo due giorni fa, il leader leghista si è presentato all'Europarlamento con una maglietta con il volto del presidente russo dicendo che era un omaggio per gli eurocretini.

Insomma, i rapporti sembrano essere intensi da tempo. Lega Nord e Fronte Nazionale sono i due partiti europei più importanti nell'elenco del Cremlino. Sono contrari all'euro e stanno conquistando sempre maggiori consensi nei loro paesi.

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