I lati oscuri della crescita asiatica

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Dell’Asia siamo abituati a leggere di tassi di crescita a doppia cifra, di industrializzazione massiccia, di tassi di sviluppo frenetici, di decine di migliaia di persone che, anno dopo anno, riescano a lasciarsi alle spalle lo spettro della povertà.


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Eppure, la straordinaria crescita asiatica nasconde anche parecchi lati oscuri. Cui spesso, accecati dai numeri, non si da abbastanza importanza. Eppure, aumento esponenziale della disuguaglianza, industrializzazione di massa, pessime abitudini alimentari, stanno creando squilibri che devono essere affrontati, prima che diventi troppo tardi per farlo.


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Pochi sanno, ad esempio, che i due paesi in cui ci sono più diabetici in assoluto sono Cina e India: poco meno di 100 milioni nel primo e poco più di 65 nel secondo. Solo per fare un confronto, in paesi molto più ricchi come Stati Uniti, Germania e Giappone, ne contano, rispettivamente, 24,4; 7,6 e 7,2 milioni. Dati impressionanti, anche tenendo presente le differenze di scala tra le varie nazioni.  


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In Cina anche il numero di tumori è in fortissimo amento. Seno, polmoni, intestino: il problema è così grave da aver spinto il governo a creare dei “villaggi del cancro”, simili a quelli che fino a qualche tempo fa raccoglievano i malati di Aids, dove accogliere i cinesi che soffrono di tumori.


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Sia la Cina che l’India, anche se la Cina lo è in modo particolare, rappresentano il punto di riferimento per eccellenza per tutti quei paesi in via di sviluppo che ambiscono a diventare ricchi. Tuttavia, pochi tra loro si rendono dei lati oscuri che si nascondono dietro la strategia di crescita che i due giganti d’Oriente hanno sposato.


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A dimostrarlo il caso del diabete, sempre più diffuso in Asia nonostante si tratti di una malattia in genere associata alle società “ricche”. Eppure, pare che il cambiamento repentino negli stili di vita, l’urbanizzazione, la diffusione dell’abitudine del fumo e quella di una dieta molto meno equilibrata hanno colpito in maniera trasversale la popolazione, non le classi ricche come in genere succede nei paesi sviluppati.


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Ora Cina e India hanno un grosso problema, nel senso che per mantenere i loro standard di crescita devono urgentemente trovare un modo per limitare l’impatto dell’inquinamento, ma non sarà facile. Tuttavia, sarebbe bene che il resto dell’Asia non commettesse i loro stessi errori. Non è facile, ma varrebbe la pena provare.


Dell'Asia siamo abituati a leggere di tassi di crescita a doppia cifra, di industrializzazione massiccia, di tassi di sviluppo frenetici. Eppure, questa straordinaria crescita asiatica nasconde anche parecchi lati oscuri. Cui spesso, accecati dai numeri, non si da abbastanza importanza. Aumento esponenziale della disuguaglianza, industrializzazione di massa, pessime abitudini alimentari, stanno creando squilibri che devono essere affrontati, prima che sia troppo tardi.

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