Hitler, Il "Mein Kampf" e gli anni di Weimar (1918-1933) - Foto

Getty Images
Hitler nel carcere di Landsberg dove dettò il Mein Kampf al compagno di prigionia Rudolf Hess
Getty Images
Hitler legge un quotidiano durante la reclusione in seguito al fallito "putsch".
Getty Images
Soldati lealisti si preparano a bloccare il "putsch di Monaco" architettato da Hitler nel 1923
Getty Images
Rudolph Hess (1894-1987) , compagno di cella di Hitler e redattore del Mein kampf sotto dettatura.
Getty Images
Hitler e il generale Erich Ludendorff (1865 - 1937), autori del tentato golpe di Monaco del 1923.
Getty Images
Anziane tedesche costrette a rovistare tra i rifiuti in cerca di cibo nel 1918.
Getty Images
Dimostrazione di comunisti tedeschi all'indomani della sconfitta nella Grande Guerra (1918)
Getty Images
Comizio degli "spartachisti" tedeschi in supporto alla svolta socialista della Germania all'indomani della sconfitta del 1918.
Getty Images
Le Stosstrupp di Hitler nel 1923
Getty Images
Berlino 1920: Squadre speciali di Weimar affrontano i manifestanti armati di lanciafiamme.
Getty Images
Il caporale Hitler nell'esercito del Kaiser Guglielmo. E'l'ultimo a destra con i baffi lunghi.
Getty Images
Adolf Hitler in una foto del 1915, arruolato volontario nell'esercito tedesco.
Getty Images
Un aquilone fatto di banconote tedesche durante la crisi inflattiva degli anni di Weimar
Getty Images
Banconota da 100.000 marchi praticamente priva di valore durante la più grande inflazione della storia tedesca.
Getty Images
Weimar anni '20: si barattano riparazioni e lavori sartoriali con beni alimentari. Il marco non vale più nulla.
Getty Images
Hitler durante il fallito golpe di Monaco.
Getty Images
Una famiglia di slavi: nel Mein Kampf sono annoverati da Hitler tra le "razze inferiori"
Getty Images
Berlino, 1930. Manifestazione di disoccupati contro il governo di Weimar: sul cartello la scritta: 2 milioni di disoccupati, 1,2 miliardi per i signori!"
Bundesarchiv
danze in piazza durante il breve periodo d'oro di Weimar sostenuto dagli aiuti americani prima della crisi del 1929.
Olycom
Un capolavoro dell'espressionismo cinematografico tedesco degli anni d'oro di Weimar. "Metropolis" di Fritz Lang (1927)
Getty Images
Invalidi di guerra a Weimar in supporto al partito nazionalsocialista.
Bundesarchiv
Sala gremita durante un comizio del Partito nazista negli ultimi anni di Weimar
Getty Images
Novembre 1930. Goering e Goebbels applaudono Hitler durante un comizio. Dopo il crack del 1929 il partito nazista sarà in rapida ascesa.
Getty Images
1933: il presidente Paul Von Hindenburg (1847 -1934), con Hitler e il vice cancelliere di weimar Franz Von Papen.
Getty Images
L'incendio del Reichstag durante l'ascesa al potere di Hitler nel 1933.
Olycom
Hitler ad un anno dalla presa del potere in compagnia di Paul Von Hindenburg.
IWM
Edizione speciale del Mein Kampf con custodia in legno intarsiato destinata agli ufficiali delle SS.
Getty Images
Umiliazione di ebrei in Germania alla salita del nazismo al potere
Getty Images
Le prime persecuzioni degli ebrei tedeschi da parte delle SS e delle SA appena dopo la salita al potere di Hitler.
Getty Images
La scuola hitleriana. La teoria della "Lebensraum" spiegata agli scolari e teorizzata nelle pagine del Mein Kampf
Getty Images
Hitler incontra giovani di una scolaresca durante un incontro sui contenuti del Mein Kampf
Getty Images
La teoria della superiorità "ariana" è teorizzata nelle pagine del manifesto hitleriano scritto già nel 1924.
Olycom
Un quadro realizzato da Hitler durante la permanenza a Vienna nei primi anni del XX secolo
Olycom
Una copia del Mein Kampf tascabile in dotazione alla Wehrmacht
Getty Images
Hitler a Parigi nel 1940. Il livore per il secolare nemico francese è presente fin dalla sua giovane età.
Getty Images
Una copia del 1939 del Mein Kampf.
Getty Images
Fanteria motorizzata tedesca in Ucraina verso l'attacco al cuore della Russia, già preconizzato dal Mein Kampf

Quando nel 1924 Adolf Hitler scrisse, o meglio dettò al compagno di prigionia Rudolf Hess i contenuti del saggio autobiografico "Mein Kampf", la Germania si trovava in uno dei periodi più difficili della sua storia. La guerra era stata perduta, la Repubblica di Weimar nata nel sangue degli scontri fra estrema sinistra ed estrema destra era soffocata dalla crisi, dalla disoccupazione, da un'inflazione incontrollabile, dall'instabilità politica e dalle condizioni durissime del Trattato di Versailles.

Quando il futuro capo del nazismo tenta a Monaco il colpo di stato del 1923, il putsch delle birrerie, è ancora il capo di un partito minoritario, che a stento supera il 2% dei voti nelle frequentissime elezioni politiche della debole repubblica semipresidenziale guidata dalla socialdemocrazia. 

Ma Hitler cova la sua rabbia ossessiva e paranoica fin dalla fine del secolo precedente. Girovagando a Vienna in cerca di fortuna come pittore, respinto per due volte dall'Accademia della Belle Arti, si avvicina alla politica sempre più infuocata dai temi che diventeranno a breve le cause della Grande Guerra. Il clima è permeato da un dilagante antisemitismo, quasi una costante sin dalla guerra contro la Francia del 1870. Il giovane di Braunau attinge alla fonte dell'odio verso l'ebreo attraverso giornali e pamphlet di ogni genere e spesso di mediocre levatura, facendone il suo retroterra culturale mischiato con la mitopoietica ariana da Wagner al pastiche delle teorie sulla razza, del misticismo e dell'esoterismo. 

Allo scoppio della Grande Guerra Hitler è in Germania, la giovane nazione perfetta incarnazione dello spirito della stirpe teutonica: il Paese è giovane e forte, sospinto dalla recente e solida industrializzazione esplosa a cavallo dei due secoli. Non vuole combattere con i vecchi e decadenti Asburgo: sceglie l'esercito tedesco e come caporale sopravvive alla guerra guadagnandosi anche una medaglia. Quando fa ritorno dal fronte, il Paese sconfitto è l'ombra di sè stesso.

Il rischio di una svolta bolscevica è reale. Nel 1918 la popolazione stremata è testimone di scontri di piazza e barricate, spettro del 1917 in Russia. Neanche i socialdemocratici sono in grado di tenere le redini della nuova Repubblica, già segnata in partenza dallo scarsissimo supporto popolare e dalla sostanziale inesperienza dei tedeschi nei confronti della democrazia parlamentare. Prima ancora di mettere mano all'opera, Hitler ha già ben presente a chi dare la colpa della disgrazia della Germania: agli ebrei

Ricordando le invettive antisemite lette sui giornali nel periodo viennese, la mente paranoide di Hitler inizia a funzionare come catalizzatore dell'odio omicida, cominciando a dare a quest'ultimo una serie di pseudo giustificazioni storiche: l'ebraismo non sarebbe anzitutto una religione, bensì una razza in lotta per il predominio dell'umanità.

Durante gli anni della guerra, la cospirazione giudaica si sarebbe servita del nascente e dilagante comunismo, usato come il braccio politico armato nel segno della "rivoluzione". Il contenuto della prima parte del Mein Kampf contiene proprio la teoria razzista del nazionalsocialismo, condita da una analisi gonfia di retorica mutuata dalla tradizione e dai miti teutonici messi insieme con lo scopo di dimostrare la superiorità di una non ben definita razza "ariana", popolo eletto al dominio sulla popolazione delle "razze inferiori", nella fattispecie gli slavi.

Non a caso nella teoria della "lebensraum" partorita tra le pagine del libro-manifesto del nazismo, la necessità dello "spazio vitale" per gli ariani giustifica l'espansione tedesca attraverso la conquista di vasti territori ad Est, popolati proprio da slavi, fino ad teorizzare l'invasione della Russia

Al rilascio di Hitler dopo una breve detenzione, la Repubblica di Weimar ha una svolta in positivo, che sembra allontanare il baratro. Gli Stati Uniti varano il piano Dawes di investimenti verso la nazione sconfitta, che vede una ripresa economica rapida e una seppure effimera età dell'oro. Il denaro d'oltreoceano fa riprendere l'industria e la vita culturale. Mentre fioriscono le arti, la musica ed il cinema (con le opere di Brecht, Klee e Lang) il partito nazionalsocialista ha i suoi risultati più miseri nelle frequenti elezioni amministrative.

Ma quando, nel 1929, il lunedì nero di Wall Street costringe gli Usa a chiudere i rubinetti dei finanziamenti a Berlino, la situazione precipita ad una velocità ancor più  elevata che negli anni dell'immediato dopoguerra. Basti pensare alle cifre dei disoccupati, che passano dagli 1,3 milioni del 1928 ai 6,1 milioni del 1932

Per Hitler la crisi è un'occasione d'oro per riprendere il discorso contenuto tra le pagine del Mein Kampf: il ceto medio non esiste più, sprofondato in povertà. La paura dilaga e gli industriali temono nuovi moti rivoluzionari. Lo stesso Von Papen, ultimo cancelliere di Weimar, insiste nel convincere il vecchio presidente Paul Von Hindenburg ad affidare il governo nelle mani di Hitler, circondato da consenso sempre più ampio in tutta la nazione.

Cosa che avverrà realmente nel gennaio 1933, dopo l'ultima delle numerose chiamate alle urne per un popolo tedesco prostrato, affamato, spaventato e disilluso da quello che era stato il più avanzato esperimento democratico della prima metà del XX secolo. Che si affidava all'autore di un delirante trattato di "filosofia politica", che lo stesso Mussolini definirà "un mattone" prima di finire egli stesso nelle braccia dell'uomo della svastica. Il Mein Kampf, che alla sua uscita nel 1925 aveva avuto un successo modestissimo, entrerà nelle case di milioni di cittadini tedeschi. Sarà donato ai soldati della Wehrmacht e alle coppie di sposi all'atto del matrimonio.

Come una bibbia pagana, ad accompagnare la Germania verso la più tragica delle avventure dall' esito catastrofico. Quando i tedeschi si risveglieranno dall'ipnosi delle teorie contenute nei Mein Kampf tra le macerie del loro "anno zero", i fantasmi degli anni di Weimar torneranno a tormentarli sotto forma di miseria, fame e prostrazione politica.

YOU MAY ALSO LIKE