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Guerra delle spie: perché l'Occidente si schiera contro la Russia

Sbuffi di Guerra Fredda si muovono da Londra verso Mosca, agitati dall'attacco chimico compiuto a Salisbury contro l'ex spia russa Serghei Skripal e sua figlia Yulia.
La premier britannica Theresa May ha ottenuto quello che voleva, l'appoggio dell'Occidente contro il Cremlino. E anche il presidente del consiglio italiano, Paolo Gentiloni, esprime la sua solidarietà al Regno Unito.

Ecco come si sta disponendo lo scacchiere delle alleanze sul fronte "guerra delle spie" e cosa significa questo schieramento anti-Putin.

Come si è mosso in blocco l'Occidente

Dopo l'aggressione del 4 marzo avvenuta a Salisbury, in Inghilterra, visto che "non c'è spiegazione plausibile alternativa" al coinvolgimento della Russia, Londra si è scagliata contro Mosca.
Theresa May ha chiesto e ottenuto una 
dura dichiarazione a quattro, con il Regno Unito sostenuto da Germania, Francia e Stati Uniti. Nel muro contro muro si condanna "la prima offensiva con uso di un agente nervino in Europa dalla II guerra mondiale", si parla di "violazione del diritto internazionale", "aggressione alla sovranità" britannica, "minaccia alla sicurezza di noi tutti".

Ecco leritorsioni anti-russe annunciate dalla May: 23 diplomatici espulsi, misure restrittive per funzionari e oligarchi considerati vicini a Vladimir Putin, stop ai contatti governativi di alto livello, boicottaggio dei Mondiali di Russia 2018 da parte dei dignitari del Regno.
I partner promettono di allinearsi al Regno Unito anche sul fronte delle sanzioni concrete, ingiungendo anche alla Russia di "fornire all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) una piena e completa informazione sul programma novichok".

La tensione tra Russia e Occidente

Dai tempi della Guerra Fredda, è uno dei momenti di più alta tensione tra Russia e Occidente. Sul piatto, a infuocare ancor più i rapporti, tante tematiche internazionali scottanti: l'annessione della Crimea alla Russia nel 2014, la conseguente guerra in Ucraina di cui poco si parla ma che tuttora brucia con determinante "zampino" russo, il sostegno di Mosca a Bashar al-Assad nella guerra in Siria e nei bombardamenti su Ghouta, il Russiagate sull'elezione di Trump. 

E nel mirino, a un soffio, le elezioni in Russia, che si svolgono il 18 marzo e porteranno certamente a un quarto mandato dello "zar" Vladimir Putin.

Nonostante questi venti gelidi, però, difficilmente saranno approvate nuove sanzioni dell'Unione Europa contro la Russia. Per farlo ci vuole l'unimità degli Stati membri e in Europa stanno emergendo forze politiche non così ostili a Mosca. Sembrano improbabili anche eventuali mosse in sede Onu.

I vantaggi di May e Trump

Mai, però, un attacco chimico poteva diventare tanto utile nelle strategie personali e politiche dei big della politica internazionale.
Theresa May, che guida un governo di minoranza alquanto debole, sta incamerando consensi da lei mai visti in Parlamento e lascia così sullo sfondo l'impasse sulla Brexit. Non a caso ora la premier esalta il "successo diplomatico" di queste ore e il "fronte comune" fra gli alleati contro Mosca. 
Intuisce le convenienze della May il ministro degli Affari Esteri russo Sergej Lavrov, che accusa i britannici di celare dietro una retorica da bulli la mancanza di "prove" vere sui fatti di Salisbury. E di strumentalizzare l'accaduto al fine d'insabbiare per un po' i guai casalinghi della Brexit. Sospetti condivisi in parte da Richard Sakwa, professore all'università del Kent e fra i massimi esperti di Russia nel Regno: a SkyNews si domanda infatti perché i campioni di agente novichok non vengano condivisi a livello internazionale, come sollecita Mosca.

Vantaggi da questo caos ne trae anche Donald Trump, che prende così le distanze da eventuali "amicizie" russe e dallo scandalo Russiagate, anche se, in maniera indiretta, avalla anche la possibilità di interferenze russe sugli scenari politici internazionali.

I vantaggi di Putin

Attenzione attenzione. La guerra delle spie fa gioco anche allo stesso Vladimir Putin. Alle soglie delle elezioni in Russia, lo "zar" onnipotente può rendere ancora più solida la sua leadership in patria.

Certo del successo, può sfruttare a suo favore questa crisi internazionale, rafforzando l'idea sviluppata in casa negli ultimi anni: la Russia è accerchiata dal mondo occidentale, perennemente accusata e isolata, assediata da nemici interni ed esterni.


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