Gino Bartali al 100° traguardo

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"Quel naso triste, come una salita/ quegli occhi allegri da italiano in gita" (Paolo Conte, "Bartali")

Tour de France del 1950. Gino Bartali spunta da una curva sulla salita durante una tappa in montagna.


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Tour de France 1937. Gino Bartali al termine della 7a tappa, da Aix-Les-Bains a Grenoble.


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Anno 1938. Diciannovesima tappa del Tour de France, la Metz-Reims che lo vedrà vincitore. Ginettaccio è al centro del  gruppo. Alla sua sinistra il belga Vervaecke e , alla sua destra, il francese Cosson.


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Marsiglia, 18 luglio 1938. La fatica storpia il viso a Bartali, mentre il suo direttore sportivo Costante Girardengo lo bacia dopo la vittoria dell'11a tappa del Tour.


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Milano, 7 luglio 1946. Il trionfo di Gino dopo la vittoria del 29° Giro d'Italia. Una gioia immensa abbraccia il campione nella città ancora invasa dalle macerie della guerra.


Tra due ali di folla Bartali aggredisce la salita del Col de la Forclaz nel cantone svizzero del Vaud, durante la tappa del Tour del 1948 che lo vedrà portare la maglia gialla fino alla vittoria.


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Il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

Fu proprio lo statista trentino a chiamare Bartali il giorno dell'attentato a Palmiro Togliatti. Il paese rischiava la guerra civile mentre proteste spontanee paralizzavano il paese dopo che lo studente Pallante cercò di eliminare il leader comunista. Bartali non tradì le aspettative e vinse il Tour de France di quell'anno, distogliendo i pensieri degli italiani da un nuovo incubo a soli tre anni dalla fine della guerra.


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I campioni che divisero l'Italia del primo dopoguerra: Fausto Coppi e Gino Bartali al Giro.


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Scambio di sorrisi tra i due rivali. Gino Bartali, di 5 anni più anziano di Fausto Coppi, aiutò in diverse occasioni quest'ultimo quando Fausto raggiunse l'apice del successo.


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Gino Bartali e l'imprenditore Roberto Stavini osservano un esemplare di "Moto Bartali" 160 sport del 1955. Il nome del campione toscano si presta all'industria delle motoleggere negli anni tra il 1953 e il 1961.


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Nella penombra il "carrarmato", come Bartali amava definiìrsi, sfoga la potenza delle gambe sui pedali al giro d'Italia edizione 1950.


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La volata di Bartali al Tour del 1952, penultimo anno della sua attività agonistica.


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Dalle due alle quattro ruote: Bartali alla guida della sua auto nei primi anni sessanta.


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Gino Bartali sul divano assieme all'inseparabile moglie Adriana Bani.


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Gino Bartali in famiglia. Il ballo con la figlia Bianca Maria.


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Anni '60. Gino Bartali ferma la sua auto sportiva per leggere i nomi dei vincitori italiani del Tour de France scritti su un muro di Firenze.


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Ginettaccio racconta aneddoti a Ugo Tognazzi , Elke Sommer e Gino Cervi durante le riprese del film "Femmine di lusso" del 1960.


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Anno 1975. Gino Bartali e un meccanico in un magazzino di bici da corsa che portano il suo nome.


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Il "naso triste da Italiano allegro" ritratto negli anni '80.


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...e 10 anni più tardi, all'inizio degli anni novanta. Nel 1992 partecipò a fianco di Sergio Vastano alla conduzione di una serie del Tg satirico "Striscia la Notizia.".


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Andrea Bartali, figlio di Gino e Adriana Bani, indica con il dito il nome del padre scolpita nel memoriale dei "Giusti nelle Nazioni" a Gerusalemme il 10 ottobre 2013. L'onorificenza è stata riconosciuta per l'attività clandestina che Bartali intraprese nel 1943, come staffetta di documenti falsi che valse a salvare più di 800 ebrei dalla deportazione.


Gino Bartali (detto "Ginettaccio" o più affettuosamente "Il Nostro") nacque a Ponte a Ema, in provincia di Firenze, il 18 luglio 1914. La sua carriera durò dal 1936 (quando divenne per la prima volta Campione d'Italia) al 1954. Era alto 172 cm, con un peso forma di 70 kg. Religiosissimo, antifascista durante il Ventennio tanto da rifiutare la tessera del PNF, rischiò più volta la propria vita per recapitare a Roma passaporti falsi per gli ebrei e per questo è stato dichiarato "Giusto tra le Nazioni" lo scorso 23 settembre.

Proverbiale il suo dualismo con Fausto Coppi in una carriera che ebbe diversi momenti storici al Tour de France: come il 14 luglio 1948 (poco prima del suo trentesimo compleanno e giorno dell'attentato a Togliatti), quando gli fu chiesto da De Gasperi di vincere la tappa del 15 luglio per mantenere unito il popolo italiano, richiesta che il campione toscano soddisfò appieno per poi vincere la corsa bissando il successo del 1938; o come nel 1949, quando sul Col d'Aspin i tifosi francesi lo aggredirono mentre si trovava in testa e Gino decise di ritirarsi dalla gara. 

Dopo il ritiro, Bartali si dedicò per pochi anni alla carriera di direttore sportivo, preferendo poi dedicare la maggior parte del tempo alla moglie Adriana e ai loro tre figli. Provò anche l'impresa industriale dando il suo nome a una serie di motociclette prodotte a Firenze tra il 1953 e il 1961: le "Moto Bartali", appunto. E nel 1992 si cimentò anche in Tv conducendo "Striscia La Notizia" a fianco di Sergio Vastano. Si spense il 5 maggio 2000: cinque anni dopo il presidente Ciampi gli conferì la Medaglia d'Oro al Merito Civile. 

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