Differenze retributive
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Economia

Gender gap: come e perché conta la città di origine

Negli Stati Uniti, le donne che lavorano portano a casa circa 80 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini in analoga posizione, ma al di là delle statistiche, The Atlantic sottolineache ci sono molte altre informazioni sottese ai numeri del gender gapCome il fatto che le donne di colore siano pagate ancora di meno e che le distanze fra i compensi siano più alte in settori ben pagati come la finanza e la legge.

Il peso della componente geografica

Una fra le variabili meno note, però, è la componente geografica che pesa per lo 0,3% nella differenza dei compensi. Apparentemente, non sembra molto, ma si traduce in una discrepanza di oltre due miliardi di dollari l’anno. In Montana, per esempio, le donne guadagnano in media 73 centesimi, mentre in Louisiana si scende a 69.

Un bagaglio culturale ingombrante

Fino a poco fa, la spiegazione era legata al salario minimo. Siccome le donne rappresentano quasi i due terzi di chi percepisce il più basso compenso previsto per legge, negli stati dove questo livello aumenta, si accorciano le distanze con gli stipendi degli uomini. Ma una nuova ricerca firmata da tre economisti sfata questo mito: non è vero, infatti, che basta cambiare stato per guadagnare di più, perché il destino economico è legato alla città di provenienza.

Cosa c’è dietro i numeri

Quello che i dati non dicono - ma che Kerwin Kofi Charles dell’Università di Chicago, Jonathan Guryan della Northwestern University e Jessica Pan della National University of Singapore hanno scoperto - è che il sessismo della città di origine può influenzare la partecipazione al mondo del lavoro e la capacità di guadagnare delle donne. La ricerca, infatti, ha preso in considerazione lavoratori che sono passati a un altro stato ed è emerso che le donne che provengono da città più sessiste tendono a guadagnare di meno.

Le radici dell'ineguaglianza

I ricercatori non hanno indagato le ragioni di questa differenza, ma tendono a pensare che abbiano a che fare con l’introiettamento di variabili culturali che, come l’accento, si imparano da piccoli e sono difficili da perdere. Lo stesso, insomma, potrebbe valere per le attitudini sul ruolo della donna: il fatto di sposarsi, avere dei figli e l’accettabilità (o meno) di negoziare lo stipendio. Il dato trova conferma nella limitata mobilità intergenerazionale: la possibilità che gli americani hanno di migliorare la propria condizione finanziaria ha continuato a calare negli ultimi decenni. In pratica, come ha scritto Matthew Stewart, autore di “The management myth”: una volta “scelti” i genitori, metà dei giochi sono fatti. 

Per saperne di più

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