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Omicidio di Garlasco, chiesti 30 anni per Alberto Stasi

Il sostituto pg di Milano Laura Barbaini ha chiesto 30 anni di carcere per Alberto Stasi accusato dell'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, con l'aggravante della crudeltà. Stasi è imputato nel processo d'appello "bis" che si sta celebrando con rito abbreviato. 


Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

Un'immagine di Chiara Poggi, uccisa il 13 agisto del 2007, (Credits: LaPresse)

Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

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Da sinistra, in un'immagine d'archivio: Chiara Poggi fotografata con le cugine gemelle Stefania e Paola Cappa

Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

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Alberto Stasi accusato di omicidio della fidanzata Chiara Poggi

Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

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Garlasco, 13 agosto 2007: un uomo della scientifica entra nella casa di Chiara Poggi

Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

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Garlasco, 18 agosto 2007: I funerali di Chiara Poggi. Alberto Stasi è seduto con i famigliari della vittima

Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli


Vigevano, 23 agosto 2007: Alberto Stasi,  accompagnato dal padre, esce dalla Procura al termine  dell'interrogatorio. (Credits: ANSA /EMMEVI /DRN)


Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

Milano, 6 dicembre 2011. La gioia di Alberto Stasi mentre abbraccia uno dei suoi avvocati, dopo la lettura della sentenza di assoluzione da parte dei giudici della Corte d'Assise d'Appello a Palazzo di Giustizia di Milano (Credits: ANSA /Daniel Dal Zennaro)


Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

Milano, 6 dicembre 2011. La lettura della sentenza di assoluzione per Alberto Stasi da parte dei giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano (Credits: ANSA /Daniel Dal Zennaro)


Chiara Poggi, un delitto senza colpevoli

Vigevano, 17 marzo 2009: Rita Poggi, madre di Chiara, esce dall'aula dove si è  tenuta l'udienza preliminare di Alberto Stasi, (Credits: Daniel Dal Zennaro /ANSA)


Alberto Stasi e i misteri di Garlasco


Il Pg durante la sua requisitoria ha sottolineato come "in tanti anni di attività non si era mai verificato che due sentenze avessero escluso" un accertamento "così importante" come quello relativo alla camminata di Stasi, sui due gradini della scala della villetta dei Poggi sulla quale il giovane trovò il corpo senza vita di Chiara. I nuovi esami, disposti dalla Corte d'assise d'appello nell'ambito della rinnovazione parziale del dibattimento, hanno invece compreso anche quei due gradini e sono arrivati a stabilire l'impossibilità che Alberto non si fosse sporcato di sangue le suole delle scarpe.

Alberto Stasi dopo aver ucciso Chiara si lavò le mani nel bagno della villetta dei Poggi. È quanto ha in sostanza sostenuto il procuratore Barbaini nel corso della requisitoria. Il pg nella sua ricostruzione, ha valorizzato una foto in cui sulla maglietta del pigiama di Chiara si distinguono in modo netto le impronte di quattro dita, pollice escluso, insanguinate. 

Un dato questo che il rappresentante dell'accusa in aula ha "incrociato" con le impronte di scarpe lasciate sul tappetino del bagno davanti al lavandino dall'aggressore e con le impronte di Stasi mischiate al Dna di Chiara ritrovate sul dispenser del sapone. Si tratta di elementi che, messi in fila l'uno dietro all'altro, hanno portato il pg a sostenere per deduzione logica che Stasi dopo aver assassinato l'allora sua fidanzata e averla afferrata e buttata lungo le scale, andò in bagno per lavarsi le mani. L'esistenza delle quattro impronte rimaste a livello della spalla sinistra era già emersa subito dopo il delitto ma poi non si potè procedere alla loro analisi perché vennero cancellate dalle manovre effettuate da chi rimosse il cadavere della giovane donna dalle scale della casa di via Pascoli: il corpo venne rigirato e imbrattato di sangue, l'intera maglietta dalla quale, quindi, furono eliminati i nitidi segni delle dita di chi uccise la ragazza

La stessa richiesta di condanna nei confronti dell'ex studente bocconiano era stata fatta anche nei processi di primo e secondo grado che si erano conclusi con una assoluzione. La Cassazione poi aveva annullato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano rinviando il procedimento davanti ad una nuova sezione, cioè  quella davanti al quale è in corso il dibattimento. Il verdetto è previsto per il 17 dicembre. 

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