La rivoluzione a metà di Barbara e il ritorno di Galliani

Alzi la mano chi avrebbe scommesso un cent sul suo ritorno al centro del mondo Milan quando, lo scorso 9 novembre, Galliani usciva dai cancelli di Arcore spiegando che Berlusconi sarebbe stato il suo presidente per tutta la vita, che era il numero uno e sviolinate assortite per addolcire un divorzio praticamente certo, del quale andavano solo trattati modi e tempi.

Sono stati sufficienti sei mesi ad Adriano per riprendersi tutto e rimettere il suo mondo a posto nell’ordine in cui lo ha sempre avuto e amato. La scelta di Pippo Inzaghi come allenatore della prossima stagione è solo l’ultima conferma. Era lui il cavallo battezzato già a gennaio quando, però, il purosangue Seedorf era stato proiettato sul traguardo direttamente dal presidente, l’unico cui Galliani riconosce potere assoluto di decisione. Il resto è stata una convivenza tormentata e l’attesa che si realizzasse il piano originario.

Certo, ci sono state le altre candidature e l’idea di dare al Milan una guida più sicura ed esperta, poi tramontata perché il bilancio non lo consente in presenza di un contratto con Seedorf che andrà comunque rispettato. Però Inzaghi è sempre stato nella testa e nel cuore di Galliani, che l’ha negato al Sassuolo prima, esaltato poi a Viareggio, difeso dopo il primo passo falso con la Primavera e protetto fino all’ultimo secondo. L’immagine di Pippo sdraiato sul sedile posteriore dell’Audi di Adriano è il simbolo esatto di cosa è e cosa sarà il prossimo Milan.

Inzaghi allenatore (scelto da Galliani), un direttore sportivo emanazione diretta del club perché sia chiaro che il mercato continuerà a farlo Galliani, intermediari al lavoro per cedere un paio di pezzi pregiati e recuperare qualche buon giocatore a prezzo di favore. I nomi? Sempre gli stessi, quelli che Barbara Berlusconi aveva indicato come parte del problema e che da casa-Milan sono stati allontanati solo per qualche mese, in attesa che le acque si calmassero,  e che ora sono tornati.

Nelle ore della nomina di Inzaghi stupisce proprio il silenzio di Barbara. La sua rivoluzione invernale ha perso via via colore col passare dei mesi, fino a scolorire in primavera e a rimanere una delega, prestigiosa ma limitata, sul settore commerciale e grandi eventi. L’ultima indicazione progettuale di cui si  traccia è l’indicazione che il Milan dovrà tornare in Champions League già nella prossima stagione. Come non è dato sapersi. A Galliani verrà affidato il solito mandato per un mercato a impatto zero. Prima del caos gli era sempre bastato. Dopo il ritorno al centro del mondo Milan si vedrà.

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