La storia tutta italiana dello stadio di Firenze (a spese nostre)

Buttati fuori dalla porta principale, i soldi pubblici europei per rifare gli stadi di Firenze e Venezia sono rientrati dalla finestra. Anche se ufficialmente non c'è stato alcun passo indietro di Bruxelles e a finanziare il restyiling del Franchi dove gioca la Fiorentina saranno sempre soldi pubblici, nostri, ma non quelli del Pnrr come ipotizzato all'inizio dal sindaco Dario Nardella. Una storia molto italiana con un epilogo che ora sembra scritto ma che vale comunque la pena raccontare così come fatto sin dall'inizio - primavera 2021 - da Panorama.

Era il tempo in cui il patron viola Rocco Commisso aveva manifestato l'intenzione di fare per conto suo, mettendo sul tavolo 300 milioni di euro a patto che gli fosse consentito di rendere il Franchi una struttura quasi interamente nuova. Opzione tramontata nella solita rete di vincoli, beghe e veti incrociati fino al passo indietro di Commisso che, da qual giorno, non vuole più saperne nulla del Franchi e del suo destino tranne trattare le condizioni di intervento per evitare alla Fiorentina il danno (dopo la beffa) di una prolungata e costosa assenza da Firenze causa lavori.

I trecento milioni (306 alla fine) li metterà il pubblico e la novità è che, dopo la sdegnata bocciatura dell'Europa che si era rifiutata di destinare 55 milioni di euro al rifacimento dello stadio, ora quei soldi sono tornati nella disponibilità di Firenze. Non direttamente per il Franchi, ma a pioggia su altri interventi così da liberare altre risorse pubbliche per il restyling, garantire il completamento del progetto che era nato monco essendo finanziato per soli 151 milioni (anche questi pubblici) ed evitare di avere una struttura coperta a metà.

A restituire l'assegnone ha provveduto il Governo con il decreto legge 19/2024 che riguarda i fondi attribuiti alle città metropolitane. "Una straordinaria novità" l'ha definita il sindaco Nardella che si era impegnato, per ora a vuoto, a reperire comunque il denaro necessario a pagare tutte l'opera: promessa senza sviluppo fino a quando non ci ha pensato nuovamente lo Stato. Il meccanismo è semplice: non potendo destinare direttamente quei soldi allo stadio, finiranno su altri progetti "liberando quelle destinate al Franchi". Facile, immediato.

Il sindaco Nardella lo ha annunciato con tale entusiasmo da costringere Raffaele Fitto, ministro degli Affari Europei con delega al Pnrr, a dover pubblicare una nota di precisazione perché almeno le apparenze fossero salvate. Nardella ha promesso che si siederà al tavolo con il Governo per decidere quali progetti portare avanti così da dirottare altri fondi pubblici sulla copertura del Franchi. E tutti vissero felici e contenti. Quasi.

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