Food design: cos’è e perché ci cambia la vita

Per noi esseri umani il masticare e il mangiare sono attività primarie, fondamentali per il sostentamento. Dalla scoperta del fuoco in età preistorica a oggi abbiamo sperimentato una continua ricerca di nuovi stimoli legati al cibo: prima la cottura, poi l’abbinamento con altri ingredienti, e da qualche secolo prestiamo attenzione anche alla forma delle materie prime che ingeriamo.

Da questo nasce una disciplina il cui nome, relativamente giovane, rivela il suo impiego: il Food Design. All’interno di queste due parole viene racchiuso tutto un intero universo di processi e di ricerca che portano alla nascita di nuovi prodotti legati al cibo che soddisfano nuove e antiche esigenze.

Ideazione e progettazione dei prodotti alimentari e di tutto ciò che è in qualche modo legato a essi (quindi anche del packaging): questa la frase chiave che potrebbe descrivere in meno di 1 minuto cos’è il Food Design.

Come dicevamo, oggi più che mai siamo attenti a tutta la nostra sfera sensoriale e ai suoi significati, attraverso la ricerca costante di nuovi stimoli che stuzzichino 3 pilastri: appetito, immaginazione e realizzazione.

Il Food Design è quindi l’arte del progettare il cibo con il fine ultimo il cibo stesso, creando connessioni creative tra l’universo della materia e quello delle sensazioni.

Chi sono i Food Designer

Quando si parla di innovazione del design dei prodotti alimentari non si può rinunciare all’approfondire anche chi sono gli artefici e i protagonisti di questo lavoro.

I Food Designer (primo tra tutti Paolo Barichella), infatti, oltre a sviluppare nuovi formati di pasta e diverse tipologie di packaging a sostegno, si occupano anche dello sviluppo dell’identità locale: tutte attività che entrano inevitabilmente in contatto l’una con l’altra, creando una fitta rete di possibilità.

In una visione più ampia, il loro ruolo assume un’importanza per nulla scontata: dal branding all’innovazione aziendale, strizzando l’occhio alla questione ambientale e all’economica circolare.

Tutto questo aiuta i professionisti e le aziende a cambiare la vita dei consumatori, attraverso nuove forme di prodotti alimentari, nuove iniziative e nuove identità.

L’esempio perfetto è il nuovo formato di pasta Rigacuore di Pasta La Molisana, le cui forme richiamano non solo la passione e l’amore, ma sono studiate a tavolino per dare vita a un’esperienza culinaria davvero interessante.

Il manifesto del Food Design

A tal proposito, ADI (Associazione per il Disegno Industriale) ha redatto un vero e proprio manifesto, ossia 11 punti che qualificano l’attività dei Food Designer:

1. Il Food Design si occupa di progetto in campo alimentare.

2. Il Food Design è una specifica area del progetto che si propone di produrre soluzioni efficaci per la fruibilità del cibo in precisi contesti e situazioni.

3. Il Food Design si propone di dare forma alle interfacce e ai servizi nel modo più adeguato alle circostanze in cui il prodotto viene consumato.

4. La producibilità e la serialità di un prodotto o di un servizio sono le condizioni per le quali un progetto può definirsi di Food Design.

5. I principali criteri ai quali un prodotto edibile di Food Design deve sottostare sono: porzionabilità, modularità e formato adeguati al contesto e agli strumenti con i quali verrà consumato.

6. Un progetto di Food Design è realizzato per offrire un servizio ad una o più persone che manifestino determinati bisogni o per rendere più efficace un’azione legata al cibo attraverso uno strumento derivato dal progetto.

7. Food Design significa progettare secondo le modalità tipiche del Design che, ben oltre la ricerca puramente formale o decorativa, implicano la ricerca per l’innovazione dei processi di produzione, distribuzione, consumo.

8. Il Food Design è uno strumento privilegiato e particolarmente efficace per la riqualificazione e la promozione del Territorio attraverso la sua ricchezza enogastronomica.

9. Il progetto di Food Design, per le sue peculiarità legate alla nutrizione, può rientrare nell’area del Social Design e contemplare collaborazioni con enti e associazioni noprofit.

10. Un prodotto di Food Design viene studiato con l’unico scopo di generare benefici al suo Utente. Tutto il processo deve interagire per impedire che l’utente sia esposto a rischi derivati da cattiva progettazione o dalla non adeguata attenzione alle norme di conservazione, alla tecnologia produttiva, all’ergonomia e alla microbiologia legata agli alimenti.

11. Il Food Design per l’infanzia progetta con responsabilità etica particolare e attenzione ai processi evolutivi. Progetta artefatti ed atti alimentari che contribuiscono a rendere il contesto e la circostanza dell’esperire una sostanza alimentare un’opportunità formativa sia in ambito collettivo che famigliare. Progetta per far acquisire autonomia e consapevolezza attraverso esperienze culturali, conoscitive ed emozionali, nel rigoroso rispetto della sicurezza e dell’identità.

info: chefincamicia.com

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