L’evoluzione della moda nel Rock n’ Roll

Il Rock n’ Roll ritrova le sue origini nell’America degli anni Cinquanta, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, nasce dal bisogno dei giovani di libertà e anticonformismo. I più esperti sapranno però che alcune registrazioni risalenti alla fine degli anni Trenta ci lasciano presagire le vere origini di questo genere musicale.

Portando dietro di sé una storia fatta da icone di stile e idoli musicali, si celebra oggi la Giornata internazionale del Rock n’ Roll e, dimostrando ancora una volta che la musica va di pari passo con la moda, analizzeremo come l’abbigliamento sia cambiato negli anni.

Lo stile di questo genere ha sempre voluto esprimere indipendenza, professando una libertà che proveniva dai testi delle canzoni. Tra i primissimi ricordiamo Elvis Presley, che con il suo album That’s all right (Mama) è stato considerato dalla rivista Rolling Stones l’autore del primo album rock della storia. Se pensiamo all’artista non possiamo che accomunarlo al suo ciuffo voluminoso (originariamente biondo, e poi tinto di scuro) e alle basette, accompagnati dall’indispensabile giacca di pelle. Con il passare del tempo Elvis si perfeziona, e con lui anche il suo stile, fanno perciò capolino completi stravaganti e variopinti, spesso con pantaloni a zampa accostati a voluminosi gioielli.

Chuck Berry era una contraddizione affascinante, musica ribelle affiancata a completi in giacca e cravatta con scarpe lucide. Non troveremo neanche una foto che lo ritragga senza la sua Gibson, con la quale ha mescolato country, blues e jazz dando vita a brani fondamentali nella storia della musica.

Little Richard, nome d’arte di Richard Wayne Penniman, è tra i cantanti rock più trasgressivi ed esibizionisti dell’epoca. Omosessuale e anticonformista, ha dato libera espressione del suo carattere folle con abiti incredibilmente vistosi ed eccentrici, con tanto di parrucca nero corvino.

Negli anni Sessanta il Rock cambia e con la nascita della musica beat nuovi gruppi sconvolgono il panorama musicale, ad esempio quando quattro giovani decidono di passeggiare sulle strisce pedonali di Abbey Road, inconsapevoli di aver appena scattato una delle copertine che diventerà tra le più famose della discografica mondiale. Se pensiamo ai Beatles li accomuniamo prontamente ai completi neri con giacca e camicia bianca che indossavano come se fosse una divisa, realizzati dal sarto Ben O’Don, con caschetto con frangia a completare il look.

Gli opposti a questi bravi ragazzi inglesi erano i Rolling Stones, considerati bad boys del look provocante e sexy. Il frontman, Mick Jagger, ha dato vita all’idea della rockstar maledetta sfoggiando outfit androgini e, inconsapevolmente, facendosi precursore di molte tendenze, diventando negli anni Ottanta uno dei primi ad adottare uno stile street wear.

Non possiamo non citare questi due gruppi senza parlare della sartoria di Tommy Nutter a Savile Row, che ha portato grandi innovazioni nel tailoring, molto classico a quei tempi, desiderando di vestire i figli della Swinging London. Nuovi tagli dal sapore innovativo sono arrivati sotto l’occhio attento di Elton John, il quale ha invitato il sarto a seguirli in tour. Gli anni successivi hanno visto celebrare il successo di Jim Morrison con i suoi pantaloni di pelle a vita bassa e cinturone, con stivaletti e giacca in pelle. Infine Prince, capelli cotonati ed eye liner, velluto e pizzo, solo alcuni esempi con i quali il cantautore ha saputo dare all’estetica maschile un nuovo volte inclusivo, fatto di tacchi alti, colori accesi e strass.

(Ansa)


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