L'energia del futuro nasce qui

Nella spettacolare Villa Montecucco, alle porte di Roma, Eni ha creato una scuola d'eccellenza anche online con 25 borse di studio per talenti fra 18 e 40 anni. Si tratta di una delle iniziative del progetto Joule, dedicato a imprese e imprenditori per innescare idee, stimoli, intuizioni. Si parte da ottobre. Obiettivo: dare forma al domani.

Si chiama Joule, come l'unità di misura dell'energia. Nasce per dare forza alle idee, coltivarle, attrezzarle a crescere. È la vasta iniziativa di Eni dedicata a imprese, imprenditrici e imprenditori, quelli già lanciati e quanti stanno costruendo la propria direzione. Il presupposto è metterli insieme, formarli, lasciare che si contaminino, renderne ognuno specchio e stimolo per gli altri. Joule, dunque, è anche metafora di una ripartenza, della capacità di ritrovare un baricentro dopo questo tempo incerto da scrollarsi di dosso per riscoprire la fiducia.

La prima, immediata declinazione di tale spirito è lo Human Knowledge Program, una scuola resa gratuita da 25 borse di studio dedicate a talenti tra i 18 e i 40 anni. Per conoscere tutti i dettagli e candidarsi c'è il sito Eni.com/joule. La scadenza del bando è fissata al prossimo 30 giugno, si parte da ottobre, per sei mesi, per un percorso misto, online e offline: due weekend al mese saranno a Villa Montecucco, a due passi dalla residenza papale di Castel Gandolfo, alle porte di Roma. L'elegante polo storico di Eni dedicato allo studio, con annessa foresteria, aria pura e paesaggi magnifici di serie.

I docenti arrivano da business school, università e accademie eccellenti, dalla stessa Eni Corporate University. L'insegnamento si declina tra aule e laboratori, si concentra sul contesto e le sfide di un'azienda che vuole essere sostenibile, sulla transizione energetica, l'economia circolare, il peso del cambiamento climatico. Temi universali, trasversali, perché non c'è settore che non ne sia coinvolto, non c'è attività che non li debba incamerare se davvero intende allinearsi al futuro. Il concetto è che si possa fare profitto, sfoltendo il proprio impatto. Capitalismo etico, ecco. Dunque dalle classi si esce con la cassetta degli attrezzi economici, finanziari e legali per portare avanti un business; con gli strumenti per creare valore, finanziare un'idea, posizionarla su scala globale, gestire i collaboratori e la complessità della tecnologia, imprescindibile direttrice d'orchestra dell'imprenditorialità odierna.

L'età degli alunni, una forbice tra i 18 e i 40 anni, è frutto di una precisa strategia: chi è inesperto ha molto coraggio; chi ha più curriculum, maggiore solidità. Dall'incontro di una figura junior con una senior, ne discende un beneficio reciproco. Quanto alla formula «blended», virtuale e reale, sarà replicata in seguito in altre sedi, estendendone la territorialità, riducendo la necessità degli spostamenti. E vivrà, in cicli successivi, anche solo online, per chi ha voglia di approfondire ma deve fare i conti con un'agenda troppo fitta e non riesce a raggiungere lo stesso luogo a cadenza regolare.

Joule, per definizione e connotazione, è contrario alle rigidità, s'immagina come un continuo work in progress. Un articolato divenire. Perciò, al programma di formazione affianca Energizer, un polo d'attrazione deciso a sviluppare imprese e start-up a basso impatto carbonico, fornendo loro un supporto metodologico, logistico e finanziario. Anche qui l'intento è mantenere un approccio sui generis, non ricadere nello schema stantio dell'acceleratore o dell'incubatore al servizio di una grande azienda. Non è uno strumento di Eni per Eni, ma un'iniziativa per dare un contributo alla collettività intercettando il merito e aiutandolo.

Energizer mette da parte le logiche corporate, non pattuisce e detta condizioni all'ingresso, non impone contratti di esclusiva e cancelli, si apre a qualunque realtà e settore merceologico. Dal food a qualsiasi altra latitudine capace di fare riferimento al passaggio dall'economia lineare a quella circolare, ai suoi ampi nessi e dintorni. Dalla teoria alla pratica: «Le prime iniziative di accelerazione prevedono l'adesione al programma di Open & Collaborative Innovation Open Italy promosso da Elis (realtà no profit che si rivolge ai giovani, professionisti e imprese e contribuisce allo sviluppo sostenibile delle startup) al quale aderiscono 50 corporate, 80 provider di accelerazione e più di 300 startup e l'accordo con Polihub, spin off del Politecnico di Milano incluso nella world top 5 degli incubatori universitari (UBI Index 2019-2020) e in grado oggi di accelerare innumerevoli tecnologie innovative sfruttando anche importanti alleanze con i migliori poli universitari europei» si legge in una nota di Eni.

Un momento di una lezione in presenza a Villa Montecucco, la sede di Eni dedicata ai programmi di formazione.

Con il Polihub, in particolare, decolla il progetto «Switch2Product»: rivolto a studenti, ricercatori, alunni e docenti del Politecnico, a università ed enti di ricerca affiliati, si concentra proprio sui nessi, sulle sinergie possibili tra tecnologia e decarbonizzazione. È un primo passo di un cammino ampio nel quale, in prospettiva, stimoli e risorse arriveranno da un dialogo costante con lo Human Knowledge Program.

Energizer, che si presenta come «un osservatorio di riferimento e un supporto concreto per lo sviluppo di imprese a basso impatto carbonico», potrà infatti accogliere ed espandere, tradurre in pratica, le idee degli studenti dei corsi. Diventarne il terreno di sperimentazione, la cassa di risonanza, l'esperienza sul campo.

Esempio tipico, tutt'altro che improbabile: due studenti hanno un'intuizione, la rendono una start-up, bussano a Energizer dove ricevono gli strumenti per consolidarsi e crescere. Naturalmente, vale il percorso opposto: i membri di un'azienda accelerata da Energizer possono sentire l'esigenza di ampliare il loro bagaglio formativo, dunque a un certo punto si iscriveranno allo Human Knowledge Program. La grande energia di Joule sta nella capacità di recuperare il passato mentre guarda al futuro: è la quintessenza di una bottega di arti e mestieri, aggiornata alle esigenze della contemporaneità.

Insegnare l'eccellenza

La consapevolezza dell'importanza della formazione in Eni non è certo una vocazione recente, anzi risiede nel suo Dna sin dagli inizi. Dai tempi della storica scuola Enrico Mattei, che nel nome porta un omaggio al fondatore del gruppo. Nata come business school nell'ambito degli idrocarburi, è evoluta abbracciando materie quali il management e l'economia. Attraverso il master Medea (abbreviazione, per l'appunto, di Management ed economia dell'energia e dell'ambiente) in 63 anni ha accolto circa 3 mila studenti da 111 Paesi di tutti i continenti.

La business school è a sua volta parte integrante di Ecu, Eni corporate university, la società costituita nell'ottobre del 2001 per gestire la formazione di manager e dipendenti con continui corsi di aggiornamento, per seguire i rapporti con le università, altre istituzioni del sapere, partner commerciali. Non solo in sedi di pregio come quella vicino Roma, ma spingendosi in aree di frontiera, dall'Iraq al Mozambico. «I contenuti spaziano a 360 gradi da aspetti tecnici relativi alla perforazione e al project management o all'ingegneria dei giacimenti, fino alla negoziazione internazionale, alla leadership, a temi di geopolitica, di etica e compliance e di sicurezza operativa, estremamente importanti stante la complessità del nostro business» spiegano in Eni.

Il tutto avviene anche tramite 810 insegnanti interni, manager e specialisti che trasferiscono le loro competenze acquisite sul campo, garantendo ai corsi un aggancio con l'attualità e un alto tasso di praticità. Le metodologie combinano classi frontali e workshop, progetti, simulatori, giochi di ruolo, lezioni a distanza e contributi ed esperienze in realtà virtuale. Tecniche di vecchia e nuova generazione per insegnare l'eccellenza.

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