L’e-commerce corre veloce su mezzi green

Potrà sembrare strano visto il momento storico, eppure gli acquisti online in Italia stanno perdendo terreno: per il 2020 hanno un valore stimato intorno a 30,6 miliardi di euro, il 3 per cento in meno rispetto al 2019. Lo rilevava di recente l'osservatorio «eCommerce B2c» curato da Netcomm con la School of Management del Politecnico di Milano. A spiegarne le ragioni è lo stesso osservatorio: al decollo dello shopping di prodotti fisici, che fa segnare l'incremento annuo più alto di sempre (+5,5 miliardi di euro di valore), con un boom trasversale di categorie che vanno dall'elettronica alla spesa di generi alimentari fino all'abbigliamento, si contrappone il calo vertiginoso della vendita dei servizi (-47 per cento), come biglietti aerei e pacchetti turistici. Le forti limitazioni a viaggi e vacanze sono tra le cause principali del saldo negativo nella bilancia dell'eCommerce.

In sintesi, complici gli obblighi del lockdown e la scoperta tardiva (però oramai generale) della comodità del mezzo, compriamo sempre più cose sul web e ce le facciamo recapitare a domicilio. Mai quanto adesso: da gennaio a giugno, Poste Italiane ha registrato un aumento da record nei volumi dei pacchi gestiti. Hanno sfiorato i 90 milioni di unità con una crescita, rispetto allo stesso intervallo di dodici mesi prima, superiore al 50 per cento. Mentre l'hub di Bologna del gruppo, aperto l'anno scorso e chiamato a coordinare questo traffico frenetico di buste e di scatole, è arrivato a gestire picchi di 400 mila pezzi al giorno, contro i 250 mila standard.

La direzione pare segnata, il commercio elettronico è oramai un'abitudine. Per essere più veloce e affidabile, coerente con le dinamiche del settore e le aspettative dei consumatori, l'azienda sta continuando a investire: ha appena inaugurato a Roma un hub capace di muovere da 140 mila pezzi ogni 24 ore fino a un picco superiore ai 200 mila, specie nelle direttrici tra il Nord e il Sud del Paese e viceversa. Mentre nei prossimi mesi sarà operativo quello di Milano, che per dimensioni supererà Bologna, già tra i più grandi centri d'Europa con la sua superficie di 75 mila metri quadri, pari a 10 campi di calcio messi in fila uno accanto all'altro. Tutte queste sedi vantano un elevato contenuto tecnologico, utilizzano metodi all'avanguardia per spostare e indirizzare sui furgoni sia plichi da 50 grammi che bestioni da 70 chilogrammi, con cura e precisione.

Tale sistema di centri logistici rappresenta il dietro le quinte, il cervello e il motore del lavoro dei corrieri espressi e dei 30 mila portalettere che, sommati insieme, costituiscono la rete di consegne più capillare d'Italia. Presto si vedranno con evidenza i frutti di tale impegno combinato, a monte e a valle: le consegne saranno ancora più rapide e puntuali, tanto nelle grandi città, quanto nei piccoli centri di periferia. «I nostri canali di distribuzione hanno efficacemente integrato la rete fisica dei nostri uffici postali, sia durante la fase di lockdown che in quella successiva» ha commentato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, durante la presentazione dei risultati dei primi sei mesi del 2020. «I ricavi sono stati penalizzati dal forte calo della corrispondenza, mitigato dal record di pacchi B2c consegnati, anche grazie al nostro centro di smistamento automatizzato all'avanguardia di Bologna. Poste Italiane ha assicurato un servizio ininterrotto». Non solo abilitando il commercio elettronico, ma accompagnando un'altra trasformazione che lo sottende, quella dei pagamenti. Sul web, e non: oltre 2 milioni di clienti hanno utilizzato per la prima volta la loro carta per una transazione digitale.

Accanto al suo sforzo diretto, il gruppo ha siglato alcuni importanti accordi per rafforzarsi nell'eCommerce. Come quello con Milkman, specializzato nei servizi logistici su misura: lato cliente, significa poter decidere la fascia oraria preferita per il recapito del pacco, persino il giorno stesso della sua spedizione, pressoché azzerando i rischi di mancata consegna. E poi, ecco la joint venture con la start-up tedesca Sennder GmbH, che Del Fante definisce «l'Uber dell'autotrazione»: «La loro idea di business» commenta l'amministratore delegato «ci è piaciuta e abbiamo deciso di finanziarla, creando la piattaforma nel nostro Paese. Sennder muove ogni giorno 600 tir lungo tutta l'Italia e, grazie a un algoritmo, riesce a farli viaggiare sempre a pieno carico. Posso tranquillamente affermare che si è trattato di una scommessa vinta: la piattaforma riempie i camion, paga prima della spedizione, permette il tracciamento e fa risparmiare il 20 per cento alle aziende».

Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane

Quando si raccontano le traiettorie dell'eCommerce, i protagonisti e i nessi sono tanti, non solo economici, anche sociali: la spesa online consente di ricevere a domicilio quanto necessario innanzitutto ai cittadini a mobilità limitata, che per primi hanno pagato le limitazioni del lockdown; inoltre Poste, durante l'emergenza, ha supportato la Protezione civile consegnando strumenti essenziali quali mascherine, camici sanitari, guanti, liquidi per la sanificazione, tamponi e respiratori.

I fini sono lodevoli, le comodità palesi (primo e non banale, il risparmio di tempo, accanto alla trasparenza dei prezzi che diventano subito confrontabili), però la compravendita via web lancia un'inedita sfida legata alle sue ricadute sul pianeta. Più pacchi significano maggiore movimento di merci e, dunque, un aumento dell'inquinamento. Per questo motivo, Poste ha messo al centro l'impegno per l'ambiente. A cominciare dal nuovo hub di Roma, che è ricoperto da 1.200 metri quadri di pannelli solari, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico giornaliero del sito. Altrettanto fa Bologna, dove la copertura fotovoltaica raggiunge i 5.500 metri quadrati e assolve alle necessità di consumo elettrico diurno, riducendo di 225 tonnellate le emissioni annue di CO2. Non a caso la struttura ha ottenuto il livello Gold della certificazione Leed, la più diffusa al mondo in termini di energia verde.

In parallelo, la flotta aziendale è in costante rinnovamento per ridurre le emissioni inquinanti. Si comincia con i portalettere di tutta Italia, inclusi quelli dei piccoli centri: stanno ricevendo speciali tricicli alimentati al 100 per cento a batteria, da usare per le attività di recapito. I mezzi hanno una velocità massima di 45 chilometri orari e un'autonomia di 60 chilometri, che garantisce a chi li guida di gestire la corrispondenza quotidiana con una sola ricarica. Il baule di bordo, inoltre, è più grande: ha una capacità di 270 litri, contro i 76 dei motocicli tradizionali. È, dunque, a prova della nuova abbondanza di lettere e pacchi.

L'obiettivo si estende al loro trasporto dai vari centri di smistamento alla destinazione finale: l'azienda intende arrivare a dotarsi, entro il 2022, di 26 mila veicoli a basso impatto ambientale, combinando propulsione elettrica, ibrida ed endotermica. D'altronde, per crescere in maniera virtuosa, l'eCommerce ha bisogno di essere gestito in modo sostenibile. Se è vero che Poste Italiane mette le ruote agli acquisti online, è doveroso, ed è un esempio di responsabilità, che tali ruote siano sempre più green.

YOU MAY ALSO LIKE