Eccellenze del made in Italy: il caso di Gerardo Sacco

Le sue ultime e più significative opere di arte orafaGerardo Sacco le ha realizzate nientemeno che per il Pontefice, in occasione del recente viaggio pastorale che Papa Francesco ha compiuto in Calabria. “Sapevo che ci trovavamo di fronte a un personaggio francescano, che non ama certo l’opulenza – racconta il Maestro Sacco -, e quindi la sfida è stata quella di realizzare qualcosa che non fosse di lusso ma che allo stesso tempo non passasse inosservato”. Il risultato è stato straordinario. Dalle mani fatate di Gerardo Sacco sono usciti infatti un calice, una pisside e una patena, decorate in metallo prezioso con immagini religiose, con cui il Santo Padre ha acconsentito a celebrare messa nella piana di Sibari.

Una sfida vinta, l’ennesima di una lunga e notevole carriera da vero e proprio artigiano orafo iniziata in tenera età. “Sono nato a Crotone nel 1940 orfano di padre – ricorda Sacco – e non appena fui abile al lavoro fui mandato come garzone da un parrucchiere. Solo che eravamo più ragazzini a fare lo stesso lavoro e ci sarebbe stato poco da guadagnare. Per mia fortuna però uno dei clienti venuto a farsi tagliare i capelli mi propose di andare nel suo laboratorio orafo ad imparare il suo mestiere”. È così che Gerardo Sacco, a soli 11 anni, scopre la sua vera vocazione: plasmare e modellare l’oro e l’argento. Gli anni successivi sono un turbinio di esperienze che fanno emergere capacità professionali che presto diventeranno decisamente artistiche.

Dopo un periodo di formazione a Valenza Po, in provincia di Alessandria infatti, Gerardo Sacco decide di tornare in Calabria e di fondare nel 1963 una propria piccola impresa artigianale. “Nello stesso anno – sottolinea con orgoglio - ho realizzato il mio primo campionario, con il quale ho conquistato il primo premio alla Mostra dell’Artigianato Orafo di Firenze e l’Oscar dell’Artigianato alla Mostra di Sanremo”. Sono le prime significative avvisaglie di un successo commerciale che durerà nel tempo e che proprio in questi mesi ha tagliato il traguardo dei 50 anni di attività. “Nell’occasione l’Università della Calabria –  rimarca con emozione Sacco – mi ha dedicato una giornata nel corso della quale ho tenuto un discorso di un’ora mezza agli studenti. Ne ho approfittato, tra le altre cose, per ricordare loro come con orgoglio abbia scelto di rimanere nella mia terra a lavorare, nonostante la Calabria sia purtroppo rinomata per prestare braccia e menti a tutto il mondo”.

Un lavoro, tra l’altro, di tale e tanta qualità, da essere stato apprezzato nel tempo anche dal mondo dello spettacolo. Non si contano infatti le collaborazioni che Gerado Sacco vanta nella realizzazione dei gioielli di scena di film e opere teatrali. Sul grande schermo meritano una citazione l’"Otello" e "Il giovane Toscanini", entrambi diretti da Franco Zeffirelli, uno dei grandi estimatori dell’arte orafa del Maestro Sacco. Per quanto riguarda invece il palcoscenico lirico, non si può non ricordare che i gioielli di Gerardo Sacco hanno impreziosito, tra gli altri, due prestigiosi allestimenti: il “Don Carlos” con Luciano Pavarotti e la regia sempre di Franco Zeffirelli alla Scala di Milano, e l’“Aida” al Teatro dell’Opera di Roma.

I gioielli e i cammei, i monili e gli argenti realizzati con maestria da Sacco, sono da sempre amati e apprezzati anche da numerose dive del mondo dello spettacolo, tra le quali Isabella Rossellini, Monica Bellucci, Elena Sofia Ricci e la straordinaria Liz Taylor che, come ricorda lo stesso Maestro, in un’occasione  acquistò un’intera collezione che le era particolarmente piaciuta.  “Oggi – continua Gerardo Sacco – grazie al lavoro manageriale dei miei tre figli, Viviana, Antonio e Andrea, il mio laboratorio è diventato una vera e propria impresa che occupa 30 dipendenti direttamente e altri 20 circa in maniera indiretta. Vendiamo gioielli in tutta Italia grazie ad un rete di una decina di negozi monomarca, oltre a rifornire un centinaio rivenditori autorizzati sparsi un po’in tutto il Paese”.

Gerardo Sacco è insomma un marchio che è riuscito ad unire  all’eccellenza artigianale, la capacità di fare impresa, anche in un territorio difficile come quello calabrese: e questo si può ben dire che sia un’altra delle tante incredibili sfide vinte dal Maestro Sacco.

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