Bataclan, un tatuaggio per non dimenticare 5
Instagram/Joel Saget
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A due anni dalla strage del Bataclan un tatuaggio per non dimenticare

Stephanie si è fatta tatuare un'araba fenice intorno alla cicatrice del foro di proiettile che l'ha colpita nella notte del 13 novembre 2015 giorno in cui Parigi visse il più sanguinoso tra i recenti attacchi terroristici.

Un commando Isis tra le 21.42 di quella notte e le 00.23 uccise 130 persone ferendone 400 in tre attacchi distinti l'ultimo dei quali al teatro Bataclan, locale in cui 1.500 ragazzi stavano ascoltando il concerto degli Eagles of Death Metal.

I ragazzi del Bataclan

Tre terroristi sono entrati alle 21.40 nella sala dove era in corso il concerto e in 8 minuti hanno ucciso 90 giovani lasciando a tutti gli altri una ferita nell'anima che niente potrà cancellare.

Tanti di quei ragazzi hanno deciso di esorcizzare la paura con un tatuaggio come ha fatto Stephanie che dice: "Il tatuaggio serve per buttare fuori il dolore che abbiamo dentro". Come lei Manon che, intorno a un leone ha riprodotto il motto di Parigi: "Fluctuat nec mergitur" che significa "Squassata dalle onde ma non affonda" ma anche Ludmilla che ha tatuato un quadrifoglio dietro l'orecchio con la scritta "Fuck!" indirizzata ai terroristi e il numero 13: data della strage e numero degli amici con cui la ragazza era al concerto. Si sono salvati tutti.

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Stephanie Zarev è stata colpita da due proiettili al braccio e intorno alle cicatrici ha disegnato un'araba fenice
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Fritz Goeppinger ha tatuato in numeri romani la data dell'attentato con V/V. Cinque su cinque amici al concerto che ne sono usciti vivi
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Laura Leveque ha tatuato sulla spalla un corvo e un serpente che si mangia la coda
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Fanny a Betaclan ha perso il fidanzato Olivier e sulla sua schiena si legge: "Sometimes you need ... to let things go"
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Sophie sulla gamba colpita dal proiettile oggi ha tatuata una riproduzione della morte messicana
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Manon ha scelto il braccio per ricordare Betaclan con il tatoo di un leone e il motto di Parigi: "Fluctuat nec mergitur"
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Ludmilla dietro l'orecchio ha tatuato un quadrifoglio con all'interno il numero 13, data dell'attacco e del numero degli amici con cui era al concerto, tutti indenni. E ai terroristi dice: "Fuck!"

Il concept fotografico

Stephanie, Ludmilla e tanti altri hanno accettato di posare per il fotografo Joel Sagetche ha immortalato i tatoo e raccolto le storie dei ragazzi.

Quella di Laura Lévêque, per esempio, che ha dichiarato: "Sono tornata in possesso del mio corpo e ho trasformato l’orrore in bellezza. Sono stata immersa nel sangue, ricoperta di carne, impregnata delle vittime".

Laura ha scelto di farsi disegnare un corvo sulla spalla e un serpente che si morde la coda simbolo "Del ciclo della vita e della morte".

Fanny era al concerto col suo compagno Olivier, morto nella sparatoria. Ora la donna ha sulla schiena tatuata la frase: "Sometimes you need to let things go" che significa: "Qualche volta bisogna lasciare andare le cose".

"So che il tatuaggio è lì - ha commentato Fanny - Come Olivier, so che è con me, anche se non c’è più".

Sophie ha deciso di esorcizzare la morte tatuando una riproduzione della Calavera, la morte messicana su quella gamba rimasta ferita da due proiettili, mentre Fritz si è fatto incidere in numeri romani la data del concerto con V/V, cinque su cinque, dal numero degli amici presenti in sala e sopravvissuti.

Superare il dolore con un tatuaggio non è possibile, ma è una maniera per rendere sacro il ricordo del momento e dargli quel senso d'eternità sulla pelle già tatuato nell'anima.

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