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Tecnologia

Drone in campo: perché quello di Serbia-Albania non sarà un caso isolato

Non è la prima volta che una partita di calcio viene interrotta per motivi indipendenti dalle condizioni atmosferiche. Lanci di oggetti, razzi, fumogeni, intemperanze dei tifosi, oltre agli immancabili streaker (coloro che invadono il campo di niente vestiti) hanno spesso portato alla sospensione delle gare.

Non era mai accaduto, però, che durante una partita, e per di più di cartello, la minaccia arrivasse dal cielo. Letteralmente. È il 41esimo del primo tempo quando un quadricottero drone - una sorta di elicottero radiocomandato con quattro eliche - plana sul campo del Partizan Stadium di Belgrado, dove è in corso la partita Serbia-Albania, valevole per le qualificazioni ai prossimi Europei di calcio del 2016. Appeso a due staffe del drone c’è una bandiera della Grande Albania inneggiante all’autonomia del Kosovo. Un “ingresso” non autorizzato che costringe l’arbitro inglese Atkinson a sospendere momentaneamente l’incontro e il giocatore della Serbia Mitrovic ad effettuare un autentico placcaggio alla bandiera. Il gesto però non piace agli avversari - il Kosovo, come noto è uno stato a maggioranza albanese che nel 2008 ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia nonostante quest’ultima continui a considerarla una sua Provincia autonoma - che si scagliano contro il numero 15 della squadra dell’ex-Jugoslavia. Ne scaturisce una rissa colossale che porta alla sospensione definitiva della partita.

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Il fermo immagine tratto da Sky Sport mostra il drone con bandiera kosovara

Serbia-Albania: le immagini della rissa

tratto da Youtube
Il drone con la bandiera albanese sullo stadio di Belgrado

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Mitrovic cerca di abbattere la bandiera dal drone sotto gli occhi di due giocatori albanesi

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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La rissa in campo tra giocatori e tifosi in Serbia-Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

Giocatori dell'Albania in campo a Belgrado

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Giocatori albanesi tentano di prendere la bandiera

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Un momento degli incidenti in Serbia-Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Gli scontri durante Serbia - Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Un momento degli incidenti in Serbia-Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Un momento della rissa in Serbia-Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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I giocatori dell'Albania fuggono negli spogliatoi

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Un momento della rissa in Serbia-Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Un momento della rissa in Serbia-Albania

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Un tifoso serbo a volto coperto trascina via il drone

Serbia-Albania: le immagini della rissa

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Polizia serba allo stadio di Belgrado

Al di là del significato (politico più che sportivo) dell’accaduto, ciò che vale la pena sottolineare in questa sede è la sempre più elevata diffusione dei droni a livello di massa. Oggetti non ben identificati come quello che ha fatto irruzione allo stadio del Partizan sono ormai facilmente reperibili sul mercato e a costi sempre più accessibili (i più rudimentali costano una cinquantina di euro). Ed è lecito scommettere che quello di Belgrado non sarà certo l’ultimo episodio del genere. I controlli, per quanto severi, non possono risolvere il problema alla radice. Come noto, infatti, i droni (soprattutto quelli più sofisticati), possono essere radiocomandati da chilometri di distanza, e in alcuni casi basta anche un normale smartphone per controllarli. Il pilota, in sostanza, può essere anche al di fuori dello stadio e controllare il volo da remoto, sfruttando una fotocamera integrata a bordo del velivolo.

Ci vorrebbe, teoricamente, un controllo dello spazio aereo intorno allo stadio. Un’assurdità, quasi come la violenza negli stadi.

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