Ettore Scola
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Dopo Scola. Che cosa resta del cinema italiano

L’adieu, elegante e silenzioso, di Ettore Scola, al di là del dolore – anche personale – di chi ha condiviso con lui un percorso cinematografico e del pubblico che lo ha amato, apre una riflessione.

E un interrogativo. Su che cosa resti del cinema italiano, adesso, a livello di figure simboliche e riferimenti storici.

Parlo di interlocutori e presenze “rassicuranti” come quelle di padri benevoli, non tanto di eredità cinematografiche destinate, per loro stessa natura, a vita perenne.

Di una intera generazione resta poco, in verità. Abbiamo perduto nel giro di poco tempo Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Francesco Rosi e, tra gli sceneggiatori, Suso Cecchi D’Amico, Tonino Guerra, Vincenzo Cerami e Furio Scarpelli, per parlare solo degli ultimi cinque anni.

Ettore Scola (1931-2016)

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"Una giornata particolare" di Ettore Scola

Ettore Scola (1931-2016)

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Il regista Ettore Scola sul red carpet con la moglie Gigliola alla 10^ Festa del cinema di Roma, 18 ottobre 2015.

Ettore Scola (1931-2016)

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Ettore Scola alla conferenza stampa di "Ridendo e scherzando", 10^ Festa di Roma, Auditorium Parco Della Musica, 18 ottobre 2015.

Ettore Scola (1931-2016)

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Paola Scola, Ettore Scola, Pierfrancesco Diliberto e Silvia Scola presentano "Ridendo e scherzando", doc dedicato dalle figlie a Scola (intervistatore Pif), alla 10^ Festa del cinema di Roma, 18 ottobre 2015.

Ettore Scola (1931-2016)

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Il regista Ettore Scola (a destra) e l'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (al centro), con sua moglie Clio, prima della proiezione del film di Scola "Che Strano Chiamarsi Federico - Scola Racconta Fellini", Mostra del cinema di Venezia, 6 settembre 2013.

Ettore Scola (1931-2016)

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I registi italiani Ettore Scola (a sinistra) e Sergio Leone chiacchierano al 30° Festival di Cannes, 20 maggio 1977.

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Il regista Ettore Scola (a sinistra) con l'attrice Sophia Loren, suo marito il produttore Carlo Ponti e l'attore Nino Manfredi al 30° Festival di Cannes, 20 maggio 1977.

Ettore Scola (1931-2016)

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Il regista Ettore Scola (a sinistra) alla conferenza stampa del suo film "La Terrazza" al Festival di Cannes, 11 maggio 1980. Con lui i suoi attori Agostina Belli, Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli.

Ettore Scola (1931-2016)

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Ettore Scola durante una conferenza stampa al 30° Festival di Cannes, 20 maggio 1977.

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Il regista Ettore Scola, l'attrice Sophia Loren e il regista Francesco Rosi al Campidoglio per la consegna di un premio speciale alla Loren durante il Film Festival di Roma, 20 ottobre 2007.

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Il regista italiano Ettore Scola e il regista tedesco Volker Schoendorff al 49° Festival di Cannes, 1996.

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Il regista Ettore Scola (a destra), l'attore Marcello Mastroianni (al centro) e il produttore Carlo Ponti alla proiezione di gala del film "Una Giornata Particolare" al Festival di Cannes, 19 maggio 1977.

Ettore Scola (1931-2016)

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20 dicembre 1986, manifestazione a Roma contro il degrado. Da sinistra: Il sindaco di Roma Ugo Vetere, Stefano Rodotà, Giovanni Berlinguer e il regista Ettore Scola.

Ettore Scola (1931-2016)

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14 maggio 1989, Festival di Cannes: gli attori Massimo Troisi, Marina Vlady e il regista Ettore Scola presentano il film "Splendor"

Ettore Scola (1931-2016)

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Ettore Scola e Marcello Mastroianni in una foto d'archivio

Ettore Scola (1931-2016)

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Ettore Scola sul red carpet del film "Ridendo e scherzando" al Roma Film Fest, 18 ottobre 2015

La memoria, dunque, lentamente rimane tale.
Passano le figure, la storia è scritta. Di quel cinema italiano, naturalmente, sopravvivono i film e il ricordo di persone nobili e belle.  Scola, appunto. Che pure da tempo era silente (l’ultimo film vero e proprio, Concorrenza sleale, è del 2001,) ma, come si dice, a volte bastava la sua presenza confortante a qualche premio o festival per farci sentire (noi del cinema, intendo) tutti più sicuri.

Consapevoli del fatto, in fondo, che la tradizione consolida e il passato è un bene prezioso mai da “rottamare”. Specie davanti a un nuovo che avanza e fa spavento nella sua confusione mediologica, dove il cinema s’impasta, agli occhi degli stralunati fruitori d’immagini, con orrende fiction tv, web series, escursioni dilettantistiche, presunzione a piene mani.

Il cinema italiano di oggi, parlo di quello presentabile a livello internazionale e capace comunque di eccellere, è vivo e tuttora meraviglioso in Giuseppe Tornatore e Paolo Sorrentino, lascia spazio ai lampi di Bernardo Bertolucci, dei fratelli Taviani, di Ermanno Olmi, dà un senso alla parola “autore” nell’opera di Nanni Moretti, Marco Bellocchio e Pupi Avati, aspetta da un po’ ispirazioni determinanti da Roberto Benigni.

Lo spazio alle spalle di costoro, invece,  è ancora tutto da riempire. Troppe volte la corda suonata è sempre la stessa, pure quando la musica sembra gradevole.

Non bastano due o tre film riusciti a fare di un cineasta un maestro, né saper parlare con la lingua di un solo genere, che sia commedia o dramma.

Per intenderci: aspettiamo ancora chi, tra i molti autori che affollano il cinema italiano, sappia passare con leggerezza, classe e profondità, da C’eravamo tanto amatiDramma della gelosia, da Una giornata particolareLa famiglia.
E via così, toccando tanti modi diversi di fare cinema senza smettere di raccontare la zona “universale” della nostra realtà italiana.

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