Domestiche "affittate" nei negozi, polvere di perle contro il sole, zuppe ai vermi e altre storie dell'Asia

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Quello che in apparenza potrebbe sembrare uno scherzo divertente è, purtroppo, un pessimo esempio contemporaneo di sfruttamento dei lavoratori oltre che di mancato rispetto della dignità umana. Nei centri commerciali di Singapore sono stati aperti "negozi" di collaboratrici domestiche immigrate. Attenzione però, queste ultime non vi lavorano come commesse, bensì sono loro la "merce in vendita". Passano la giornata a stirare la stessa camicia, o a sporcare e rilucidare un tavolo per dimostrare quanto sono brave ed efficienti, o ancora a cullare una bambola per mettere in evidenza il loro amore per i bambini, a cucire e a cucinare. A Singapore lo chiamano live training: chi cerca una collaboratrice domestica visita uno di questi negozi, può osservare le candidate all'opera e contrattare le condizioni di lavoro con l'agenzia che le coordina. Uno sfruttamento regolamentato? Solo in parte, perché bisognerebbe capire se, grazie alla mediazione dell'agenzia, queste ragazze riescono a tutelarsi con contratti che includono un alloggio decoroso, un'assicurazione sanitaria e un salario adeguato, perché se così fosse, dal loro punto di vista ci avrebbero guadagnato.


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Vi siete sposati in Europa? No, nella Cina europea. Non tutti sanno che i cinesi hanno l'abitudine di scattare le foto dell'album di nozze prima della cerimonia, per poter affittare più vestiti, scegliere una giornata col cielo blu (o meglio, meno grigio), e divertirsi immortalandosi al mare, in città o in campagna, a seconda dei gusti. Ebbene, l'ultima moda per le spose è quella di farsi fotografare in prossimità degli edifici coloniali, facendo finta di essere in Europa. Indossando, per l'occasione, un candido abito bianco.


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Sole? No grazie, gli asiatici la pelle la preferiscono bianca. Anzi, bianchissima. Ecco perché, in estate soprattutto, evitano con cura la luce del sole, pur non rinunciando alla spiaggia. Per non privarsi del relax tipico dei bagnanti senza però correre il rischio di abbronzarsi, cinesi, giapponesi e coreani evitano di consumare cibi "scuri" (in particolare salsa di soia) nei giorni in cui vanno in spiaggia (come se il colore del cibo potesse influenzare l'abbronzatura). Ancora, tanti indossano il "facekini", una cuffia che lascia scoperti solo occhi, naso e bocca. Infine, se in passato (o almeno così si racconta), chi voleva conservare la pelle bianca ingeriva regolarmente polvere di perle, oggi pare si possa ottenere lo stesso effetto con le zuppe di latte umano e le creme sbiancanti. Provare per credere!


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In India, ci sono scuole disperse in angoli remotissimi popolate dai ragazzini poverissimi che possono permettersi di frequentarle solo perché è lo stato a sostenerne i costi. I loro genitori guadagnano, in media, una manciata di dollari al giorno, e certamente non possono viziarli con biscotti e merendine, visto che già faticano a procurare loro scarpe e vestiti. Ebbene, molte di queste strutture sostengono di non aver ricevuto più sovvenzioni dalla fine del 2013, ma quel che è peggio è che pur di mettere qualcosa in tavola si affidano a strutture che, per pochi soldi, garantiscono un pessimo servizio. Alcuni bambini sono stati male per aver consumato un pasto "contaminato" da una lucertola morta, altri perché si sono accorti troppo tardi di aver ingerito vermi insieme al piatto di legumi.


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Un tempo i cinesi si inchinavano davanti all'Imperatore (per tre volte, seguendo il famosissimo rito del kowtow), oggi, per rispetto e riconoscenza, un gruppo di medici ha fatto la stessa cosa davanti al corpo senza vita di Liang Yaoyi, un bambino di undici anni dal destino segnato da una grave forma di tumore al cervello. Prima di chiudere gli occhi per sempre, infatti, questo ragazzo ha scelto di donare tutti i suoi organi per salvare altre vite. Un gesto di grande generosità, che in Cina vale ancora di più visto che la cultura del trapianto è stata introdotta solo pochi anni fa.


La censura pakistana (che non ha mai accettato che i film mandati in onda nel paese facessero vedere dei baci) potrebbe colpire anche Humaima Malik, amatissima (e strapagata) attrice pakistana che, da protagonista di una nuova pellicola di Bollywood, ha scelto di baciare il suo partner co-protagonista Emraan Hashmi, un indiano! Un bacio, quindi, con cui rischia di trascinarsi contro le ire di tutti i suoi fan, oltre che del governo, visto che da Islamabad New Delhi continua ad essere additata come il peggiore nemico di sempre.


A Singapore, chi cerca una babysitter o una collaboratrice domestica può affidarsi ad alcuni negozi specializzati in cui, prima di firmare il contratto, può vederle all'opera. In Cina, invece, mentre le spose cercano gli edifici coloniali per farsi scattare qualche foto "europea" con l'abito bianco di tradizione occidentale, chi vuole approfittare dell'estate e della spiaggia senza rinunciare alla pelle bianchissima rispolvera metodi più o meno tradizionali per proteggersi dalle scottature. Una famosa attrice pakistana, invece, rischia di perdere tutto il suo pubblico dopo aver baciato un indiano (in un film).

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