Dal Sega Mega Drive alla Xbox One

Avevo 10 anni o forse 11. Ricordo il tragitto dei 3 km dal negozio di giocattoli a casa. Tenevo tra le mani la mia prima (e fino a qualche giorno fa unica) console di gioco domestica. Non so per quale motivo l’avevamo pagata più di quanto avevo letto sulle riviste dedicate ai videogame dell’epoca. Tant’era, il Sega Mega Drive era mio. Passai diverse ore a capacitarmi sull’aggeggio che avevo davanti. Non sono mai stato un patito dei videogame, il mondo dei grandi non perdeva un attimo a demonizzarli come la droga del secolo. Ci giocavo un paio di ore al giorno non di più. I preferiti? Sonic e FIFA; nel mezzo l’orrendo Moonwalker, qualche sparatutto e un Wimbledon ’94.

In questi 21 anni non ho giocato a nient’altro che non fosse un’app su smartphone o tablet. Ben fatte per carità e soprattutto in grado di venirti in soccorso nei momenti di noia. Qualche giorno fa ho comprato una Xbox One ed è cambiato tutto. Di nuovo (la foto di copertina è vera e riprende l’acquisto in attesa di salire con me sul tram). Non sento di essermi perso nulla in questa lunga epopea di console strabilianti (le prime PlayStation) e flop globali (chi ha ancora la Wii?) io mi accontentavo di quello che mi offrivano gli store su iOS o Android. Non volevo accontentarmi più.

A oggi la Xbox One è povera di contenuti extra (una decina di app in tutto). Ci puoi giocare con un po’di titoli (ne ho almeno 8 da provare ancora incartati) ma poco altro. Me li farò bastare. La cosa più snervante è che per installare un gioco ci vuole un bel po’, potrebbe anche essere necessario un aggiornamento di 6 GB; le cartucce del Mega Drive “pesavano” al massimo 900 KB. Poco male, al 15% puoi già cominciare a giocare. Ho riavviato Juve-Lazio finale di Supercoppa Italiana su Fifa 14 almeno 5 volte pur di vincere; alla fine mi sono arreso incassando la sconfitta su autogol di Chiellini. Giorgio ha 3 anni meno di me e quando io giocavo a FIFA 94 lui non sapeva nemmeno che sarebbe finito alla Juve. Lì un pezzo di storia c’era già e si chiamava Alessandro Del Piero.

Vado ad accendere la Xbox One, anzi mi dicono che un giorno si accenderà da sola, basterà dirglielo. Metto su FIFA 14 e prendo il Sydney. Lì Del Piero c’è ancora.

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