Una crociera che vale 38 miliardi

Navigare nella crisi «è sempre e solo una questione di sapere tenere il timone». Il colloquio con Pierfrancesco Vago, 52 anni, presidente esecutivo della Msc Crociere e prossimo presidente della Clia Europe, l’associazione che raggruppa le compagnie crocieristiche in Europa, comincia così e resta il punto chiave di tutta la conversazione. Affronta, ridimensionandole, le polemiche sull’«inchino» delle grandi navi a Venezia e alla fine sottolinea i numeri del comparto: i 500 mila crocieristi del 1970 oggi sono diventati 21 milioni e nel 2020 si stima saranno 30 milioni nel mondo. In Europa si calcolano oggi 6 milioni di passeggeri, occupazione stabile per 325 mila persone e 38 miliardi di euro di impatto sull’economia del Continente.

In questo periodo di calo dei consumi sono numeri invidiabili, qual è il segreto?
Globalità e flessibilità. Oggi il settore delle crociere, grazie all’aumento e al rafforzamento progressivo delle flotte, ha aumentato le destinazioni, raggiunto nuovi mercati, diversificato al massimo l’offerta. Se anche gli italiani consumano di meno, l’Italia resta sempre la destinazione crocieristica numero uno in Europa, con un totale di 6,5 milioni di transiti nel 2012. E cresceranno. In 10 anni la Msc è passata da 127 mila passeggeri a 1,6 milioni nel 2013. E questo è il motivo: quale albergo può offrire a un prezzo medio di 100 euro al giorno per passeggero pagante (i figli non pagano sino a 18 anni), il comfort di un albergo a 5 stelle, cinema, teatro, animazione e ristoranti aperti a tutte le ore?

Ci sono state però le polemiche per l’inchino delle grandi navi a Venezia...
Non parliamo di inchino, ma di saper navigare. Bisogna sapere cosa c’è dietro il passaggio a Venezia: ben due rimorchiatori, uno a prua e l’altro a poppa, due piloti locali al timone. E nella città lagunare, in particolare, le navi transitano in un canale dragato: impossibile deragliare. E ricordiamo che due negozi su sei sopravvivono a Venezia grazie ai turisti delle crociere.

Che impatto ha questo settore sull’economia?
Il pagamento di 16 miliardi di euro in salari rende bene l’idea del peso di questa industria, che muove fra i porti italiani, da Venezia a Palermo, oltre 11 milioni di passeggeri. Le amministrazioni locali hanno effettuato non pochi investimenti per migliorare sia i porti sia le strutture di accoglienza, con notevole successo. Le navi moderne hanno dimensioni maggiori e richiedono infrastrutture più efficienti.

In quale modo è stata diversificata l’offerta?
Grazie al continuo potenziamento delle flotte oggi possiamo offrire crociere tradizionali, quelle mirate ai grandi viaggi di esplorazione verso paesi come il Sud Africa o il grande Nord, San Pietroburgo, i fiordi norvegesi, le Antille francesi. Esistono crociere che durano lo spazio di un weekend, tematizzate; quelle di nicchia, culturali, per tutte le età e tutti i portafogli. Si viaggia tutto l’anno, sfruttando la diversità climatica e i diversi periodi in cui si programmano le vacanze nelle altre nazioni. Soprattutto, le crociere possono adattare rapidamente le proprie rotte evitando i luoghi politicamente rischiosi o instabili.

Nuove frontiere?
Ci sposteremo sempre più verso oriente. Msc in particolare presto offrirà anche il giro del mondo. In novanta giorni. La Msc divide il mercato con colossi come l’americana Carnival, che a suo tempo rilevò la compagnia Costa, eppure conserva la sua natura di azienda familiare.

Mai lusingati da proposte di acquisto?
Ne abbiamo ricevute, però non è nei nostri programmi. La nostra strategia è sempre stata quella di navigare tenendo la rotta: ovvero il core business, facendolo diventare globale. Quest’anno per esempio abbiamo varato Msc Preziosa, una nuova nave ammiraglia che, grazie a un investimento da 550 milioni, ha portato la flotta a 12 unità. Il nostro giro d’affari oggi è pari a 1,35 miliardi e cresceremo ancora.

L’associazione europea che presiederà quali obiettivi si pone?
L’obiettivo è sempre migliorare la sicurezza, i consumi, la tutela ambientale. Le quattro ammiraglie Msc, per esempio, hanno ottenuto la massima certificazione «green» esistente. A bordo delle nostre navi si riciclano tutti i rifiuti, polverizzandoli e riutilizzandoli come combustibile. Le acque nere vengono filtrate e riutilizzate. E presto introdurremo nuovi sistemi che azzereranno le emissioni di anidride solforosa sui consumi di gasolio.

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