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Così Salvini comanda nel governo Lega - 5 Stelle

Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, in questi primi giorni di attività si è mostrato molto più alle telecamere di Luigi Di Maio e del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Le esternazioni di Salvini su immigrati, famiglie arcobaleno, tasse restituiscono il ritratto dell'uomo al comando, mentre Di Maio e Conte restano in un ambito molto più silenzioso e defilato.

La ragione di tanto attivismo da un lato e di una placida presenza dall'altra è nella destinazione finale dei due leader, oggi indiscussi protagonisti della politica nazionale.

Matteo Salvini sta raccogliendo i frutti di una lunghissima campagna elettorale iniziata da europarlamentare a Bruxelles, che lo ha condotto non solo al governo, ma a essere l'unico federatore della destra italiana, dopo Silvio Berlusconi.
L'attivismo, non abbandonato ora che è ministro dell'Interno, è funzionale alla scalata definitiva della politica italiana.

Per Di Maio il discorso è molto diverso perché, salvo ulteriori cambi di statuto del Movimento, quando si concluderà questa legislatura anche il suo mandato nella politica sarà finito. Quindi se uno ha tutto l'interesse ad accelerare sui temi e sui tempi (Salvini, appunto), l'altro invece ha la tendenza ad ammorbidire tutto, cercando di far sopravvivere Conte il più al lungo possibile, superando anche i primi scivoloni del neo premier.

La partita della vita per Salvini

La partita è delicata per tutti, ma per Salvini si sta trasformando nella partita della vita. Negli ultimi sondaggi diffusi, la Lega di governo sfiora il 28 per cento ed è a un soffio dal Movimento 5 Stelle che invece vede erodere il suo consenso nella parte di elettorato "di sinistra" stanco del Pd, che aveva optato per i grillini.

L'impresa del sorpasso quindi non è più impossibile e la crisi dei partiti tradizionali favorirebbe il derby Movimento - Lega alle prossime elezioni. Quindi, tanto più Conte sbaglia, quanto più ci guadagna Salvini in termini di credibilità e sondaggi.

Federatore della destra italiana

È immaginabile che alle prossime elezioni la Lega diventi un soggetto federatore delle altre anime del centro destra, magari con un contenitore e un nome nuovo che tenga conto di tutte le componenti che si sono presentate in coalizione il 4 marzo.
Non a caso Salvini ha inserito nel contratto di governo temi cari a Forza Italia come la riforma fiscale e oggi sta lottando, nella spartizione delle poltrone, quella per la delega alle comunicazioni.

In più, il ministro dell’Interno che, in assenza di Conte, ha presieduto anche il Consiglio dei Ministri ha dettato la linea sulla contrarietà totale dei dazi Usa scavalcando di fatto, non solo il premier ma anche il ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio, l’altro socio dell’alleanza giallo – verde.

Da quando è al governo, il segretario della Lega è intervenuto a 360 gradi su famiglia, servizio militare, politiche commerciali, relazioni estere travalicando di molto i limiti del suo mandato da ministro.

Perché se Conte è chiamato a presiedere le cerimonie del governo, Salvini si è ritagliato il vero posto di comando.

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