Corte Penale Internazionale: il j'accuse dei palestinesi contro Israele

Gaza: la guerra in foto

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18 luglio 2014. Una bambina palestinese ferita da un bombardamento israeliano in lacrime all'ospedale al-Shifa di Gaza.

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Ospedale di Al-Shifa a Gaza, 22 luglio 2014. Rawya abu Jom'a, 17 anni, ferita durante gli attacchi dell'aviazione militare israeliana che hanno colpito anche la casa della sua famiglia. Sul suo volto si vedono i segni lasciati dalle schegge delle granate, che hanno perforato anche le sue gambe e rotto le ossa della sua mano destra. Nel bombardamento sono morti tre dei suoi cugini e sua sorella.

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Heidi Levine/The National/Sipa Press
16 luglio 2014. Donne in lacrime durante i funerali dei 5 ragazzi uccisi da un bombardamento navale israeliano presso il porto di Gaza.

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Bambini a Gaza cercano di riscaldarsi con un fuoco sulle macerie di una casa

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La casa di Suleiman, nella periferia di Gaza completamente distrutta dai bombardamenti sulla Striscia. Con sua moglie e i nove figli è rimasto senza un tetto. Ha così costruito una piccola stanza con una cucinae un bagno con i resti dell'esplosione

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Case improvvisate nella periferia di Gaza completamente distrutta dai bombardamenti sulla Striscia.

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20 luglio 2014. A Nahariya, in Israele, soldatesse in lacrime sulla tomba del sergente Adar Barsano, durante il suo funerale. Barsnao è stato ucciso insieme a un altro soldato dell'IDF da militanti di Hamas infiltratisi oltrefrontiera attraverso un tunnel, nel dodicesimo giorno dell'operazione israeliana "Protective Edge" contro Hamas a Gaza.

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Immigrati illegali palestinesi a Rafah ricevono cure dopo aver perso tutto

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Un soldato rifornisce di munizioni i carri armati Merkava di stanza lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza

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31 luglio 2014. La sede di Al Aqsa TV, il canale televisivo ufficiale di Hamas, distrutta dagli attacchi aerei israeliani in Al Sheikh Redwan, nel centro di Gaza.  "I jet da combattimento dell'aviazione israeliana hanno colpito l'edificio in cui i nostri uffici hanno sede nel centro della città di Gaza" ha dichiarati al-Aqsa Tv, il cui canale continua tuttavia a trasmettere come di consueto. Il bilancio aggiornato dei palestinesi colpiti dal fuoco israeliano a Gaza è di 1400 morti e 8100 feriti. Lo afferma la agenzia di stampa palestinese al-Ray, vicina a Hamas. 56 le vittime di parte israeliana. 


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24 luglio 2014. Nel pronto soccorso sovraffollato dell'ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya, nella Striscia di Gaza, un bambino palestinese ferito viene curato dai medici. Si trovava presso la scuola gestita dall'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) colpita da un proiettile di carro armato israeliano. Almeno 16 palestinesi sono stati uccisi, tra i quali sette bambini, e circa 200 persone sono rimaste ferite.


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21 luglio 2013. Due commilitoni piangono sulla tomba del maggiore Tsafrir Bar-Or, durante il suo funerale a Holon, in Israele. Il soldato è stato ucciso durante l'operazione di terra dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Sono 25 gli israeliani morti nel corso dell'operazione, mentre nello stesso lasso di tempo, secondo il ministro della Sanità di Gaza, sono stati uccisi più di 508 palestinesi, tra cui molti civili e bambini.


Un rapporto di centinaia di pagine che descrivono nel dettaglio le presunte violazione del diritto internazionale, inclusi alcuni crimini di guerra, che avrebbe commesso Israele durante la guerra che scoppiò a Gaza nell'estate del 2014. Lo hanno preparato gli esperti del ministero degli Esteri palestinese guidato da Riyad al-Maliki, all'indomani della presentazione di una relazione Onu sulle violazioni commesse (da entrambe le parti) durante quelle terribili settimane che ridussero buona parte di Gaza City a un cumulo di macerie. I morti furono alla fine, tra i palestinesi, 2250, con 18 mila case distrutte dai raid di Tsahal.

OBIETTIVO: GENERALI ALLA SBARRA
Il documento, esteso da uno staff di 45 elementi alcuni dei quali in rappresentanza anche del governo di Hamas a Gaza, sarà presentato oggi stesso negli uffici della Corte Penale Internazionale. L'obiettivo dei palestinesi è quello di portare qualche generale alla sbarra, come già accadde dopo la guerra nella ex Jugoslavia. Toccherà a Fatou Bensouda, una elegante signora ghambiana che ricoprì già il ruolo di giudice nell'ambito del processo organizzato dal Tribunale Internazionale per i crimini di guerra (ICTR) commessi durante il genocidio in Rwanda nel 1994, decidere se ci sono sufficienti elementi per proseguire le indagini. Una decisione che è giuridica ma anche politica, tenuto del carattere fortemente simbolico di un eventuale processo dove, sì, potrebbero finire alla sbarra soltanto singoli individui, ma di fatto (politicamente) finirebbe sotto accusa lo Stato di Israele in quanto tale.

GLI ELEMENTI SU CUI SI FONDA L'ACCUSA
La prima parte del documento - che si è avvalso anche di molte informazioni fornite dai media internazionali - riguarda, nel periodo che va dal 13 giugno 2014 al 31 maggio 2015, la costruzione di 2600 nuovi insediamenti abusivi a Gerusalemme est e nella valle del Giordano. La seconda parte riguarda il trattamento dei prigionieri palestinesi, gran parte dei quali minori. La terza parte riguarda invece i presunti crimini di guerra comessi da Tsahal durante il conflitto. Particolare rilievo assume l'uccisione di quattro ragazzi su una spiaggia di Gaza durante la guerra, avvenuta - come ha ammesso lo stesso governo di Israele - per errore. 

LA RISPOSTA DI ISRAELE
Israele ha risposto rigettando le richieste di informazioni avanzate dal procuratore Fatou Bensouda, sostenendo che il Tribunale Internazionale non ha alcuna autorità in materia non essendo, la Palestina, uno Stato. La questione è infatti politica. I palestinesi vogliono politicizzare l'eventuale investigazione. Gli israeliani considerano privo di legittimità il tribunale. Per Fatou Bensouda è la prima, seria, patata bollente da quando si è insediata nel 2012.


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