Conte, dopo aver inventato il coprifuoco di quartiere, annuncia il No al Mes

«I soldi del Mes sono dei prestiti e non possono finanziare spese aggiuntive. Sono soldi che dobbiamo restituire e vanno ad aumentare il debito pubblico quindi se li prenderemo dovremo intervenire con nuove tasse o tagli di spesa. Il Mes non è la panacea come viene presentata e aggiungo: il vantaggio in tema di interessi è abbastanza contenuto».

Nel bel mezzo delle norme del nuovo Dpcm contro l'emergenza Covid Giuseppe Conte dopo aver traccheggiato, rimandato, evitato di rispondere per mesi alle domande sul Mes ha bocciato in diretta a reti unificate uno degli strumenti che l'Europa ha messo in campo per fronteggiare la pandemia.

Una bocciatura secca, decisa e motivata («non è nemmeno un grande vantaggio economico») che di fatto rimescola ed agita le acque nella maggioranza.

Pd ed Italia Viva infatti da sempre si erano detti favorevoli a portare a casa i famosi 36 miliardi che si sarebbero potuti utilizzare in tema di sanità. Una richiesta diventata sempre più forte da quella parte della maggioranza soprattutto ora che si è capito come i soldi del Recovery Fund non arriveranno prima dell'autunno del 2021. «Non capisco che cosa stiamo aspettando a chiedere il Mes» aveva detto poche settimane fa Matteo Renzi. "Noi vogliamo che arrivino le risorse del Mes cioè di una filiera di finanziamento molto vantaggiosa e finalizzata ad un bene primario come la tutela della salute e della sanità. Su questo non ci sono margini di mediazione" aveva dichiarato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti che si era detto «pronto a combattere».

Ecco. Chissà cos'hanno pensato i leader di due delle tre stampelle del governo nel vedersi non solo sconfitti e bocciati ma addirittura scavalcati da un premier che a quanto pare non ignora solo l'opposizione ma anche i suoi stessi alleati.

Ed ora? Come reagirà la sinistra davanti a questo schiaffo? Arrivato tra l'altro in un momento in cui, dopo l'esito delle regionali con il tracollo dei grillini, tutti parlavano di un esecutivo a trazione Nazareno. Invece oggi ecco che la barra torna nelle mani di Grillo, Crimi, Di Maio.

O meglio. La verità è che questo governo è nelle mani di una persona sola, che un giorno compiace un alleato, il giorno dopo fa felice l'altro dando a entrambi la sensazione di essere alla guida di una macchina di cui solo lui, ha le chiavi ed il volante.

E, più passa il tempo, più sarà difficile fermarla quella macchina. Anzi, ormai è chiaro che l'unica possibilità sia farla uscire di strada (e in questo Matteo Renzi è un autentico fuoriclasse).

Non si escludono quindi sorprese, anche clamorose, nelle prossime settimane.

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