Congedo di maternità, cosa cambia dal 2019

La norma è di per sé molto semplice e sulla carta introduce pochi cambiamenti. Ma fa già molto discutere. E’ la modifica alle regole sul congedo di maternità che verrà introdotta nel 2019, salvo marce indietro al fotofinish, attraverso un emendamento alla manovra economica proposto dalla Lega.

Regole più flessibili

A partire dal prossimo anno, le donne incintepotranno infatti rimanere al lavoro fino al nono mese di gravidanza, usufruendo del congedo soltanto nei 5 mesi successivi alla nascita del bambino. Si tratta di un regime più flessibile rispetto a quello di oggi, che lascia alle lavoratrici due opzioni: stare a casa a partire da 2 mesi prima del parto fino ai tre mesi successivi oppure ritirarsi 30 giorni prima e usufruire del congedo pagato per altri 4 mesi dopo la nascita.

Il cambio di regole non è piaciuto a Loredana Taddei, responsabile delle politiche di genere della Cgil perché, ha detto la sindacalista, “non si garantisce la libertà alle lavoratrici, né tantomeno si tutela la salute della madre e del nascituro”. Si tratta, secondo Taddei, di una norma che “mina la libertà delle donne, soprattutto di quelle più precarie e meno tutelate”.

Via libera del medico

In realtà, per stare al lavoro fino all’ultimo mese occorrerà un permesso ad hoc di un medico del servizio sanitario nazionale, il quale dovrà attestare che l’eventuale permanenza al lavoro non pregiudicané la salute della madre, né quella del bimbo. Va ricordato che, per tutto il periodo di congedo di maternità, è riconosciuta alle donneun’indennità giornaliera che èpari all’80% dell’ultima retribuzione pagata dall’Inps ed è comprensiva di ogni altra indennità spettante per malattia.

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