Come migliorare la propria salute mentale con la letteratura

“Letteratura e salute mentale: leggere per stare bene”, è questo il titolo, tradotto in italiano (Literature and Mental Health: Reading for Wellbeing) di un originale corso, gratuito e disponibile online sul sito Futurelearn, organizzato dall'Università di Warwick.

Lo scopo del corso, strutturato in sei lezioni lungo sei settimane (è iniziato il 5 settembre, ma l'iscrizione è ancora libera e si può recuperare in ogni momento), è quello di dimostrare come esista una correlazione diretta tra la conoscenza della letteratura e la capacità di vivere meglio (un argomento che avevamo già affrontato), fornendo anche strumenti per applicare tale teoria.


Gli ideatori di questa iniziativa sono la dottoressa Paula Byrne e il professor Jonathan Bate. La prima è una delle più grandi esperte al mondo di Jane Austen, e ha concepito l'idea di questo corso dopo aver scoperto, durante alcune ricerche, che proprio i romanzi della scrittrice inglese vennero prescritti ai superstiti della Prima Guerra mondiale affetti da trauma da trincea. Bate è invece un critico, biografo e recensore, membro della giuria del Man Booker Prize e autore di svariati e autorevoli saggi dedicati a William Shakespeare.

I due si sono avvalsi delle competenze di un team di medici ed esperti psicologi e psichiatri, che hanno fornito un prezioso punto di vista scientifico riguardo al tema della sanità mentale e dei vari casi messi in campo, dallo stress alla delusione d'amore, passando per i disturbi post traumatici, depressione e lutto, fino alla demenza senile.

Importanti, però, anche i contributi di poeti, scrittori e attori, come Stephen Fry, Ian McKellen, Melvyn Bragg, Mark Haddon (Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte), Ben Okri (La via della fame) e altri, i quali sono stati chiamati a ragionare sulla portata delle proprie opere e del lavoro di grandi autori come William Wordsworth, William Shakespeare e l'immancabile Jane Austen, partendo dal presupposto che spesso i grandi capolavori emergono proprio da momenti di crisi.

Ecco qui Stephen Fry sul piacere della poesia:


Non è un caso che la descrizione del corso parta da un'affermazione attribuita al dottor Samuel Johnson, grande intellettuale inglese del XVIII Secolo che soffriva di gravi attacchi di depressione: “L'unico fine della scrittura”, affermava, “è quello di consentire al lettore di godersi meglio la vita, o di sopportarla meglio.”

Lungo il percorso di studio è anche possibile partecipare a conversazioni con altri utenti, condividendo le proprie impressioni e riflessioni.

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