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Mi offro per tenere aperto il Colosseo

Ok, l’avete voluto. Mi offro. E mi offro pure di trovare altri 4 colleghi di “Panorama” (uno ce l’ho già) pronti a fare i custodi volontari sabato 17 maggio al Colosseo, il numero sparuto necessario per evitare la magra mondiale di una capitale della cultura (Roma, mi vien da ridere) che non riesce a tenere aperto il suo simbolo, l’Anfiteatro Flavio, nella “Notte dei musei”. Se il punto è dare in pasto ai curiosi qualche data, qualche dato e qualche aneddoto, dirigere il traffico di visitatori e staccare il biglietto, abbiamo quasi la presunzione di poterci sostituire a chi lo fa normalmente.

C’è chi ha proposto di usare i galeotti ricorrendo “al lavoro di pubblica utilità per i condannati nei processi penali” (Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia). Ma i custodi di mestiere chiamati allo straordinario per 80 euro (ah la benedizione-maledizione degli 80 euro ai tempi dell’Imperatore Matteo…!) hanno risposto “no”. Il lavoro è tanto, dicono, troppi i rischi perché il biglietto a 1 euro richiamerà folle epocali, e la paga leggera. Ma 80 euro lordi in poche ore, non sono più o meno quelli promessi da Renzi per un mese? Per il ménage dei custodi, evidentemente, non è abbastanza. 

L’amor proprio, l’amore per il proprio lavoro, il sentimento di appartenere a una comunità, la sensibilità per la figura che tutti insieme si fa agli occhi del mondo, tutto questo non conta. I sindacati si oppongono, resistono. (Altro mantra: resistere, resistere, resistere.) Chiunque lavori è chiamato a volte a dare di più, anche gratis. Il panettiere a sfornare qualche pagnotta in più. Il funzionario di banca a restare qualche altro minuto allo sportello per concludere un’operazione. L’insegnante a fare tardi per correggere i compiti per il giorno dopo. E se in Italia prevalesse il rifiuto dei guardiani del Colosseo? E se quel rifiuto avesse già prevalso? Il sospetto è forte. Le conseguenze, più gravi di una notte bianca mancata. Altro che civiltà del passato. La nostra è inciviltà del presente.   

PS: In America le notti nei musei sono in vendita per party di compleanno. I ragazzi giocano, gustano brioche e imparano qualcosa trascorrendo serate fascinose tra cimeli che appartengono a età non poi così attraenti e lontane come quelle dell’antica Roma. Lo straordinario è ordinario. Il volontariato un’abitudine. 

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