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Ciampi: tutte le volte che l'Italia ha avuto bisogno di lui

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Ciampino: il presidente Ciampi accoglie la salma di Matteo Vanzan, il militare italiano morto a Nassiryiah il 16 maggio 2004.
2001- Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi accompagnato del ministro della Difesa Sergio Mattarella, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Rolando Mosca Moschini, dal Capo di Stato Maggiore dell' Esercito ten. gen. Francesco Cervoni e dal consigliere militare amm. Sergio Biraghi passa in rassegna un reparto schierato in occasione del 140/o anniversario dell' Esercito. ENRICO OLIVERIO - PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA - POOL / ANSA
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Ciampi a Palermo nel 2000 durante una cerimonia commemorativa delle vittime della mafia.
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Carlo Azeglio Ciampi con la fiaccola olimpica dei Giochi Invernali, febbraio 2006
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15 Maggio 2006: Carlo Azeglio Ciampi lascia il palazzo del Quirinale alla fine del suo mandato
Foto di Enrico Oliverio - Ufficio Stampa Presidenza della Repubblica
Roma, 3 luglio 2000 - Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi saluta il capitano della Nazionale italiana Paolo Maldini al termine dell'incotro Italia-Francia, negli spogliatoi dello stadio di Rotterdam.
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Carlo Azeglio Ciampi con Rita Levi Montalcini
Foto di Antonio Di Gennaro Ufficio Stampa Presidenza della Repubblica
Roma, 24 maggio 2000 Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla cerimonia del 85° compleanno del Rabbino Capo della Comunita' Ebraica di Roma, Prof. Elio Toaff.
Ansa/Enrico Oliverio- - Uff. Stampa Presidenza della Repubblica
Roma, 21 maggio 2000: Carlo Azeglio Ciampi al voto per una consultazione su 7 referendum, incluso quello sulla riforma elettorale
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Carlo Azeglio Ciampi con Carlo Verdone
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Carlo Azeglio Ciampi con Yasser Arafat
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Carlo Azeglio Ciampi
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Carlo Azeglio Ciampi
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Roma, 15 maggio 2006: Carlo Azeglio Ciampi con il suo successore Giorgio Napolitano
Enrico Oliverio/Presidenza della Repubblica Italiana Presse Office via Getty Images
Roma, 2 maggio 2006, Carlo Azeglio Ciampi con Silvio Berlusconi
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Carlo Azeglio Ciampi con Benedetto XVI
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Carlo Azeglio Ciampi con la cancelliera tedesca Angela Merkel
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Carlo Azeglio Ciampi con la regina Elisabetta d'Inghilterra e il marito Duca di Edimburgo
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Carlo Azeglio Ciampi con alcuni atleti di ritorno dalle Olimpiadi del 2004
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Carlo Azeglio Ciampi con papa Giovanni Paolo II
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Carla Fracci con il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nello Stenditoio del San Michele, a Roma, in occasione della consegna dei Diplomi ai Benemeriti della cultura e delle Arti per l'anno 1999.

L’uomo della Provvidenza. In tanti lo hanno definito così Carlo Azeglio Ciampi. Una vita al servizio del Paese nei momenti più difficili e nei posti più delicati, dalla Banca d’Italia al Quirinale passando per Palazzo Chigi.

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Perché lui
In queste occasioni si tende spesso a ricordare gli anni in cui gli incarichi sono stati ricoperti cercando di analizzare l’operato ma, nel caso di Ciampi, vale molto di più cercare di capire il perché si è arrivati alla decisione di affidare l’incarico a una persona così riservata e schiva che aveva come suo unico obiettivo quello di fare il proprio dovere.
Siamo a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, sono anni difficili, il terrorismo ha lanciato l’attacco al cuore dello Stato con il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, la loggia P2 e Licio Gelli tramano per cercare di destabilizzare il Paese e lo scandalo del Banco Ambrosiano aveva condotto alla morte un altro uomo dello Stato, l’avvocato Giorgio Ambrosoli. In tutto questo clima, il Governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi insieme al direttore generale dell’Istituto Mario Sarcinelli vengono coinvolti nello scandalo Imi-Sir, con Sarcinelli addirittura tratto in arresto. Entrambi ne usciranno assolti da ogni accusa, ma era giunto il momento di cambiare e Baffi, oramai ottantenne, voleva lasciare l’Istituto Centrale “in mani sicure”. Il nome era uno solo, Ciampi che siederà sulla poltrona di via Nazionale fino alla primavera del 1993 quando il Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro lo convocherà al Quirinale per affidargli l’incarico di formare un governo in grado di traghettare il Paese tra la Prima e la Seconda Repubblica.

La stagione del terrore

Eravamo in piena Tangentopoli, i partiti si stavano sgretolando sul banco degli imputati delle aule dei tribunali davanti alle accuse dei Pubblici ministeri di Mani Pulite; la mafia, intanto, aveva già iniziato la sua orrenda stagione del terrore con le stragi di Capaci e via D’Amelio dove avevano perso la vita i giudici Falcone e Borsellino e le rispettive scorte. Contemporaneamente la moneta italiana continuava a essere sotto attacco dalla speculazione internazionale. Per la prima volta si decise di incaricare un tecnico non eletto dal popolo e affidargli le chiavi di un’Italia sull’orlo del baratro. Ancora una volta come un Garibaldi a Teano rispose “obbedisco”. Arrivarono le altre stragi, quelle di Firenze, Roma e Milano. L’Italia sembrava essere ritornata indietro nel tempo, negli anni bui del tintinnar di sciabole. Ma Ciampi è un vero servitore dello Stato e intuisce che bisognava essere inclusivi e uniti per affrontare il terrore, sono gli anni della concertazione con le parti sociali. Porta a termine il suo incarico il 1994 assolvendolo in maniera ineccepibile.

Due anni dopo

Sembra che di Ciampi l’Italia non debba averne più bisogno, c’è una classe dirigente quasi completamente rinnovata e partiti freschi di nascita ma, trascorrono altri due anni, e l’Italia torna nuovamente a bussare alla porta dell’uomo della Provvidenza perché il Paese deve entrare nell’Euro e l’economia italica non ha le carte in regola per accedere. Sarà Ministro del Tesoro con Prodi e D’Alema dal 1996 al 1999 conducendo per mano tutti gli italiani nell’Ue a testa alta e dalla porta principale.
Il 1999 è anche l’anno delle prime elezioni di un Presidente della Repubblica dopo Tangentopoli. La casa dei cosiddetti padri nobili dove ogni sette anni si attingeva per portare un uomo al Quirinale non esiste più. Il clima politico non è più quello degli anni in cui la Dc, il Pci e il Psi discutevano, anche in maniera accesa, trovando poi la giusta soluzione. Ora ci sono i Ds e Forza Italia, Alleanza Nazionale e Rifondazione Comunista. Ancora una volta la classe dirigente italiana non riesce a trovare un nome giusto da spendere e che possa interpretare l’unità della Nazione. I candidati sono tutti e nessuno. Il 9 maggio a pochi giorni dalla convocazione delle Camere Ferruccio De Bortoli, con un editoriale sul Corriere della Sera, traccia l’identikit del decimo Presidente della Repubblica: “Il Presidente della Repubblica impersona lo Stato, ne simboleggia l’unità e la continuità; ha una funzione, seppur controversa, di indirizzo politico-istituzionale. È, in questa chiave, il naturale garante super partes delle riforme. Ma, soprattutto, deve essere una personalità di tale levatura, anche morale, che gli italiani vi si possano riconoscere, sicuri che anche gli stranieri proveranno lo stesso rispetto e la stessa stima…” e l’invito rivolto ai Grandi Elettori, che sembra più una preghiera, affinché scelgano “già al primo scrutinio l’attuale ministro del Tesoro, Un protagonista assoluto del risanamento, l’uomo che più ha contribuito al recupero di prestigio e di dignità del nostro Paese”. Ciampi venne eletto al primo scrutinio con 707 voti.
L’ultimo atto del servitore dello Stato Carlo Azeglio Ciampi fu il 4 maggio 2006 quando comunicò la sua decisione di non ricandidarsi al Quirinale perché bisognava dare seguito a una prassi costituzionale.

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