Napoli, Milan e Inter malati all'assalto della Champions League

Siamo sinceri. Quando lo scorso 17 marzo l'urna di Nyon ha disegnato quarti ed eventuale semifinali della Champions League un brivido ha attraversato la schiena di qualche milioni di tifosi. Napoli, Milan e Inter hanno improvvisamente scoperto di avere una chance di presentarsi a Istanbul il giorno del giudizio, scenario nemmeno lontanamente immaginabile in questo clima di decrescita felice cui si è condannato il calcio italiano. Sono passati 24 giorni, l'entusiasmo è rimasto ma i brividi si sono trasformati in paura perché all'appuntamento con i primi 90 minuti del doppio confronto le nostre si presentano piene di acciacchi e di problemi.

Spalletti, Pioli e Inzaghi hanno grattacapi non da poco legati alla condizione psicologica e fisica delle proprie squadre, nel caso delle milanesi, e a qualche infortunio che è venuto a rovinare un quadro fin qui perfetto tra i partenopei. La parola crisi può essere usata solo per Inter e Milan, ma non c'è dubbio che anche il Napoli delle ultime due settimane abbia seminato più di un dubbio, come se la spinta propulsiva di una stagione stratosferica si stesse lentamente rilasciando. Può essere l'effetto di uno scudetto stravinto con l'impegno europeo che si avvicina, oppure un segnale di stanchezza: solo San Siro darà la risposta.

Di sicuro il poker incassato proprio contro i rossoneri nella sfida campionato, la difficile situazione ambientale che vede gli ultras in guerra con il presidente De Laurentiis, l'infortunio di Osimhen e quello del suo naturale sostituto Simeone non possono far dormire sonni tranquilli. Fuori da ogni ipocrisia, la stagione del Napoli resterà straordinaria comunque vada questo incrocio di Champions League, ma è indubbio che la sfida con un avversario che in Italia viaggia a 22 punti di distanza, scansando tutte le favoritissime che vengono dal calcio dei marziani, rappresenta un'occasione più unica che rara di scrivere un nuovo record europeo alimentando un po' di fisiologica pressione.

Anche Pioli ha perso la certezza su cui ha costruito il ciclo del suo Milan, culminato nello scudetto del maggio scorso. I rossoneri sono incostanti e sembrano molto più fragili del passato. Nelle ultime cinque di campionato hanno (stra)vinto proprio a Napoli ma il resto è stato un pianto greco tra crolli in trasferta (Firenze e Udine) e pareggio in casa (Salernitana ed Empoli). Fuori dai primi undici non c'è vita per il tecnico e l'andamento di questo 2023 ha messo a rischio anche l'obiettivo più importante che è garantirsi un posto nella prossima Champions League. A livello societario contava più la sfida con l'Empoli che quella con il Napoli che apre il quarto di finale, ma è impossibile comandare al Dna di giocatori che quando sentono la musichetta della Champions si trasformano.

Aprile è, infine, il mese in cui Simone Inzaghi si gioca tutto. L'attualità dice che il suo destino è segnato e che l'Inter di campionato è in caduta libera, quasi senza più rispondere agli ordini del suo capitano, quasi un ammutinamento senza ammutinati se è vero che la via crucis interista è lastricata di prestazioni generose, errori in quantità industriale, sbadatezze assortite e anche un pizzico di sfortuna perché solo così si può spiegare come faccia un cross al 90° a diventare imparabile. Inzaghi può salvare la sua panchina solo vincendo la Champions League, che significa quasi fare sei al Superenalotto; anche andare in semifinale (non accade dal 210) non sarebbe considerato sufficiente per mascherare l'andamento di un campionato da 10 sconfitte, tante brutte figure e l'incubo di star fuori dalle prima quattro.

Insomma, tutti acciaccati all'assalto. E per questo è ancora più affascinante dentro una stagione folle e di rinascita. Una in semifinale la porteremo a prescindere, la superstite del derby italiano tra Napoli e Milan. Che vinca il migliore o, vista la situazione, quello che saprà mascherare meglio le debolezze del momento. E' una settimana che vale una ventina di milioni di euro per chi partecipa alla riffa: dato da non dimenticare in un periodo di vacche magrissime dove tutti piangono miseria.

YOU MAY ALSO LIKE