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Caso Skripal, tutti i dubbi sulla responsabilità della Russia

Sul caso dell’ex spia russa Serghej Skripal e di sua figlia Yulia, avvelenati da agente nervino Novichok il 4 marzo scorso al ristorante Zizzi, nel centro di Salisbury, la cittadina inglese dove l'ex 007 viveva in esilio, c’è in palio la pace mondiale.

Il premier britannico Theresa May ha annunciato di espellere 23 diplomatici russi. Il presidente Donald Trump appoggia l’UK, ma rimuove chiunque del suo staff dichiara colpevolezza di Putin (l'ultimo l'ex segretario di Stato Rex Tillerson). La Ue, non si sbilancia e la Russia, vicina alle presidenziali nega. L’Onu prende tempo.

Per questa vicenda, Scotland Yard ha impiegato 250 poliziotti, oltre a 180 militari membri dell’Esercito e della Raf, i Royal Marines, altamente specializzati in guerra chimica e decontaminazione. Di supporto, secondo quanto risulta a Panorama.it, c'è una task force composta da un nutrito gruppo di 007 dell’MI6 (Military Intelligence, Sezione 6 per sicurezza e spionaggio estero) e MI5 (Military Intelligence, Sezione 5, per sicurezza e spionaggio interno).

Finora nelle indagini di Scotland Yard, ci sono 200 prove e oltre 240 testimoni. Sono stati chiamati in forza per supportare le indagini ulteriori consulenti esterni altamente specializzati provenienti da paesi Ue, da Washington e, a quanto è dato sapere a Panorama.it, dalla Nord Corea, India e Israele.

LE DIFFERENZE CON IL CASO LITVINENKO

Tutti i media inglesi e americani hanno subito accostato la vicenda dell’avvelenamento dell’ex agente spia russo Skripal a quella dell’omicidio di Alexander Litvninenko, attribuito dal Giudice Robert Owen della Alta Corte di Londra dopo oltre dieci anni di investigazioni a due agenti dei servizi segreti russi, FSB.

Venne realizzato con una “dose di radiopolonio 210 versato in una tazza di té” destinata al Colonnello Litvinenko in una cornice politico-giuridico-istituzionale che ha portato a dichiarare quell’omicidio “di Stato”.

Le ricostruzioni dell'inchiesta londinese sono evidentemente il canovaccio su cui si sta sviluppando il caso di Salisbury.

Nei fatti concreti i due episodi restano diversi: non solo perché la sostanza usata contro il Colonnello Skripal è un agente nervino, un fosfato organico, il Novichok, e non un agente radioattivo come il Polonio, ma anche perché la nuova vittima proviene da un diverso servizio segreto, il GRU, e non dall’FSB che è l’erede del KGB.

Inoltre a Skripal era stato concesso il perdono per il suo tradimento ed era stato ufficialmente scambiato con prigionieri russi dagli americani, mentre Litvinienko era fuggito e su di lui pendevano procedure dello Stato russo (che poi ha deciso per la sua eliminazione, così quanto ha sentenziato il Giudice Owen della Suprema corte di Londra).

Da una parte un uomo libero come Skripal, dall'altra Litivnienko, un dissidente braccato.

E sono diverse quindi anche le metodologie tra l’omicidio di Litvnienko e il tentato omicidio dell’ex spia russa Skripal su cui si attendono i risultati delle analisi forensi, e qui vige la prudenza.

I DUBBI APERTI

A questo punto però entra in gioco il secondo grande tema: come può essere sfuggita un’arma chimica di distruzione di massa che sarebbe stata "segretamente" prodotta in Russia ai superprotetti e controllati laboratori militari siberiani? Chi ha o aveva interesse ad eliminare il Colonnello Skripal e sua figlia?

In più: Scotland Yard e tutti gli apparati di intelligence britannica sono alla ricerca di due auto, Bmw, di colore rosso fiammante. Stando nelle ultime ore a indiscrezioni negli uffici della sede del Metropolitan Police Service responsabile del servizio di polizia nella regione della Grande Londra, sarebbero dei due attentatori che avrebbero avvelenato l’ex spia russa Serghej Skripal e sua figlia Yulia.

Due auto rosso rubino? Ebbene sì. Nemmeno nei film di Bond, 007, abbiamo assistito alla visione di auto così visibili e identificabili, per il controspionaggio, figuriamoci per la licenza di uccidere… possibile mai che un’operazione sotto copertura, altamente qualificata, da agenti esperti nel “ripulire” o “bonificare le zone”, avvengano con auto così poco camuffabili?

Il dubbio di trovarsi (come sostiene il Cremlino) davanti ad alcuni “sprovveduti temerari” sedicenti agenti russi che avrebbero usato auto così facilmente riconoscibili, per eliminare un rivale così esposto, indubbiamente c'è.

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