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Caso Aquarius: è guerra aperta tra Chiesa e governo

Pochi forse se ne saranno accorti, ma da qualche giorno in Italia è scoppiata una "guerra" aperta - per fortuna solo a parole - tra la Chiesa guidata da papa Francesco e il nuovo governo Lega-M5S, ministro Matteo Salvini in testa.

Oggetto del contendere: il pugno di ferro adottato dai nuovi inquilini di Palazzo Chigi sulle politiche migratorie e messo subito in pratica col respingimento verso la Spagna della nave Aquarius con a bordo oltre 600 profughi, tra cui tanti minori non accompagnati, donne incinte e malati.

Decisione subito criticata dalle autorità vaticane e dalle gerarchie cattoliche, in prima fila cardinali del calibro di Gianfranco Ravasi, ministro della Cultura della Santa Sede, di Francesco Montenegro, presidente della Caritas italiana (“E' la sconfitta della politica”), di Gualtiero Bassetti, presidente Cei.

Eppure, Salvini solo pochi giorni fa aveva risposto favorevolmente alla richiesta di dialogo avanzatagli da uno dei più popolari e discreti preti di strada, don Aldo Buonaiuto, discepolo di don Oreste Benzi, scomparso nel 2007, e animatore spirituale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che in un editoriale scritto sul quotidiano online InTerris aveva invitato il nuovo governo a “tener presente sui migranti anche l'esperienza di oltre 2000 anni della Chiesa in materia di aiuto a ultimi, poveri e bisognosi”.

Invito subito accolto proprio da Salvini (“Parole ed invito condivisibili..”), dicendosi “pronto” ad incontrare il sacerdote.

I "fulmini" della Chiesa

Ma nel giro di poche ore, con la cacciata della nave Aquarius, i buoni propositi del ministro sono naufragati. E i “fulmini” della Chiesa e del Vaticano non si sono fatti attendere.

L'avvio, una frase lanciata via Twitter dal cardinale Ravasi estrapolata dal Vangelo,“Ero straniero e non mi avete avvolto...”, in riferimento proprio al caso Aquarius, subito sommersa da attacchi e critiche feroci sui social di militanti leghisti e filogovernativi, che hanno preso di mira anche il vescovo di Bologna Matteo Zuppi, tra i fondatori della Comunità di S. Egidio, per aver solidarizzato con Ravasi.

Seccata la risposta di Salvini, che ha subito specificato che, malgrado gli anatemi cattolici, si sente “molto umilmente coerente col Vangelo...da primo dei peccatori e da ultimo dei buoni cristiani, il rosario ce l'ho ancora in tasca mi accompagna sempre. Non pretendo di dare lezioni a nessuno, però penso che oggi abbiamo fatto qualcosa di bello... Ricordo che papa Benedetto diceva che prima del diritto a emigrare c'è il diritto a non emigrare. Il mio obiettivo è garantire sicurezza e vita prospera nel continente africano a questi ragazzi che pensano che in Italia ci sia il Bengodi e non c'è".

“Gli attacchi al cardinale Ravasi sono il segno della confusione che viviamo oggi, dove la paura ci impedisce di riflettere pacatamente e di capire la complessità della situazione che stiamo vivendo", è stato il commento del vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D'Ercole.

Avvenire: "E' l'Italia in ostaggio"

Più sferzante il giudizio di Marco Tarquinio, direttore del quotidiano cattolico Avvenire, autore ieri di un editoriale che trasuda sdegno e amarezza fin dal titolo: “E' l'Italia in ostaggio”.

"Faccio fatica a scrivere alcune parole dopo aver preso atto della replica del ministro Salvini al cardinale Gianfranco Ravasi che aveva ricordato a tutti la parola di Gesu' (Vangelo di Matteo, capitolo 25, versetto 43) che ne precede altre che danno i brividi e accendono la luce che conta sulle nostre vite: 'Ero straniero e non mi avete accolto'”.

"Salvini - lamenta Tarquinio - ha rivendicato di aver fatto 'qualcosa di bello' per aver inchiodato 629 persone sulla tolda di una nave, dicendosi convinto di agire in coerenza con l'insegnamento di Cristo. Il giudizio è solo di Dio. Ma l'indignazione, per quel che vale, è grande...che ne sarà dei 629 esseri umani dell'Aquarius?... Perché, e in forza di quale interesse, queste persone sono state ridotte a pedine numeriche in una partita che li supera e non li considera? Chi l'ha deciso che possono essere confinate tutte e 629 nel ruolo di vittime di 'danni collaterali' in un bombardamento di parole e gesti solo apparentemente incruento? E perche' proprio, e solo, loro vengono tenuti in ostaggio di un gioco di potenza e di prepotenza? Nel nome di quale giustizia?".

Per il giornale dei vescovi "... Con questi 629 esseri umani è stato preso politicamente in ostaggio il buon nome di un Paese, il nostro, che non ha mai mancato e che non manca neppure in queste ore drammatiche di fare tutto ciò che deve per onorare le leggi internazionali che ha contribuito a formare e che ha fatto proprie e prima ancora per essere fedele alla propria civilta...'".

Parole inequivocabili, ma sedicenti cattolici come il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice premier Salvini e Luigi Di Maio le ascolteranno?

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